La preside: non sapevamo che ci fossero dei rischi 

Gabriella Kustatscher, dirigente del de’ Medici: «Da giorni sono sotto shock Se noi avessimo avuto avvertimenti precisi, avremmo preso provvedimenti»



BOLZANO. «Questa è la scuola. Guardatevi intorno adesso. Rispetto, convivenza, rigetto di ogni violenza...». Gabriella Kustatscher - preside dell’Istituto Claudia de’ Medici - corre con lo sguardo su centinaia di volti di suoi studenti nell'aula magna. «A scuola non si picchia, non si picchia mai» è il suo ultimo richiamo mentre si volta verso don Luigi Ciotti, il prete di frontiera che combatte le mafie e l'illegalità da quarant'anni. Lui, dito puntato tra i banchi, le sta a fianco : «Conosco bene la vostra dirigente e tanti vostri insegnanti. - dice - è gente che fa questo mestiere quasi fosse una vocazione, meglio di me...». Poi una pausa. E ancora correndo di sguardo in sguardo il richiamo che è la sintesi di una vita: «C'è l'educatore che si carica delle sue responsabilità ma poi ci siete voi, ognuno di voi che deve essere altrettanto responsabile delle proprie azioni. Esiste la corresponsabilità ed esiste perchè viviamo insieme».

Dopo la denuncia del pestaggio, la paura per le condizioni della ragazza picchiata, la sospensione, le accuse, i corridoi dell'Istituto di via San Quirino sono carichi di una tensione avvertibile anche nei silenzi degli insegnanti e nello sguardo dei custodi, pronti a chiedere ad ognuno: «Lei è della scuola?». È il giorno dell'arrivo di don Ciotti. Che sta lì, dentro un istituto che ha fatto dell'informazione sulle grandi emergenze sociali uno degli snodi del proprio percorso educativo, e parla a centinaia di studenti nell'aula magna. Ed è questo che fa allargare le braccia a Gabriella Kustatscher. Che ha deciso di dire pubblicamente che sì, la scuola dove una ragazza è stata picchiata brutalmente è la sua. Il de’ Medici. Non se ne sta nel fortino del suo ufficio dietro la porta insonorizzate. Sale e scende le scale mentre attende l'ospite in mezzo alle sue classi.

Meno vocianti del solito.

Immagino si starà facendo molte domande...

"É da giorni che sono sotto shock. Vede, ieri c’era don Ciotti. Come prima di lui tanti incontri per parlare di bullismo, di droga, di illegalità, di Costituzione. Mi viene da fare una considerazione, forse dettata dall'amarezza di queste ore. Ma non so.."

Dica

"Se la scuola è lo specchio della società, come dicono, coi suoi pregi e i suoi difetti... ecco: in che società siamo? Come siamo arrivati fino a qui?".

Appunto, perchè è successo?

"C'è un’inchiesta. Appena accaduto il fatto abbiamo avvertito tutti, la polizia, i carabinieri, la procura dei minori".

Ma potevate prevederlo. C'è chi dice : quella ragazza era conosciuta, aveva precedenti...

"Non che noi sapessimo. Ripeto, nessuno ci ha mai comunicato particolari criticità rispetto a questa persona. Mai una segnalazione, un avvertimento. Neanche non ufficiale. Che so: una telefonata, una parola da parte di chi ora dice di sapere. Adesso si scoperchia il vaso di Pandora. Facile..."

Ma se lei avesse saputo?

"Si sarebbero presi provvedimenti. Ma queste azioni noi possiamo configurarle soltanto in seguito a segnalazioni ufficiali, avvertimenti precisi. Tipo: quel ragazzo o quella ragazza sono problematici, hanno già avuto episodi analoghi. Niente".

La ragazza aveva dato segni che potevano far presumere quanto poi accaduto?

"Che io sappia no".

E la scuola, e gli insegnanti hanno fatto il possibile per scongiurare il pestaggio?

"É stato tutto improvviso. Durante una pausa, quando non si è più in classe con gli occhi degli insegnanti addosso".

E lei, come sta?

"Sono senza parole. Un trauma. Per me e per tutti noi.

Non so come ne uscirò, parlo in termini personali. Perché professionalmente la scuola è sempre qui, pronta a fare di tutto. Anzi, siamo sempre a disposizione dei genitori della studentessa picchiata".

Ha parlato con gli altri studenti?

"Subito. E anche ieri all'incontro con don Ciotti ho cercato di essere inequivocabile: noi siamo questi, tutti insieme, e facciamo cose belle. Noi la violenza la rifiutiamo sempre. E pensare a tutti gli incontri sul bullismo..."

Ha sentito la ragazza ferita?

"Ho saputo che l'occhio è in condizioni migliori. Che andrà meglio. Ma il mio pensiero va al suo futuro. Deve essere protetta, si metteranno tutti i mezzi a disposizioni per il sostegno. Anche psicologico. E naturalmente scolastico".

(p.c.)

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