La prima funivia al mondo festeggia i suoi 110 anni 

Fu voluta dall’imprenditore Josef Staffler che aveva aperto un albergo in quota Per celebrare il compleanno il Curatorium decide di illuminare le cabine di blu



BOLZANO. Una mattina, all’inizio del ’900, a Josef Staffler venne un’idea. Qualche anno prima, nel 1899, si era risolto a trasformare in un albergo una casa in cima al Colle. Da lì, si vedeva tutta Bolzano. L’idea era questa: ma perchè dovrei costringere i clienti - si sarà detto - a farsi più di due ore a piedi per salire qui da me? Sì, bello camminare ma poco pratico. E allora Herr Staffler si inventò la teleferica. Che poi, espletate le debite autorizzazioni con l’imperalregio ministero delle ferrovie a Vienna, divenne, nei fatti e negli annali, la prima funivia del mondo. Ma proprio la prima. Tutte le altre vennero dopo, inteso quelle autorizzate al trasporto di persone. Data dell’entrata in servizio: il 29 giugno del 1908.

Centodieci anni fa. Un bel compleanno. Tanto bello che si è pensato di farle la festa, alla funivia. E a far salire alla stazione a monte, oggi ancora pienamente operativa come quella a valle, poco dopo ponte Campiglio, uno di famiglia. "Sì, quel Josef era il mio avo" dice Gerd Staffler, già giornalista Rai, impegnato nell’ambientalismo e nella tutela dei beni storici. Che ha dedicato a Josef e alla funivia e a tutto quello che c’è intorno un racconto celebrativo, ieri, in cima al Colle. E con lui sono entrati in tanti nelle cabine, perchè vista la particolarità della giornata, le corse erano tutte gratis. Ma siccome bisognava anche far comprendere che il 2018 è oggi ma che il 1908 è poco più di ieri, il Curatorium, oltre ad allestire il compleanno, ha anche pensato di dare al tutto un senso di contemporaneità. "Abbiamo deciso di accendere di blu la cabina" dice Wittfrida Mitterer, che del Curatorium è anima e corpo. La luce è quella che si è accesa dentro la vecchia cabina funiviaria che era stata issata a nove metri d’altezza proprio vicino al Kampill già dieci anni fa, in occasione allora del centenario dell’infrastruttura. "Oggi lì, in quella zona, c’è tanto traffico ma anche tanta vita. Ci sono pure le belle di notte che aspettano i clienti - aggiunge sorridendo Wittfrida - per cui, perché non accendere la notte?" Naturalmente in perfetta coerenza con lo spirito del Curatorium, la corrente non viene presa dal circuito elettrico ma alimentata da un piccolo impianto fotovoltaico. Ecologico come la funivia. Perché quella del Colle lavora ininterrottamente da più di un secolo e si propone come l’alternativa non consumistica e non inquinante a tutti gli altri mezzi. Piedi esclusi. Tutti si sono comunque mobilitati. La società della Funivia, il Comune di Bolzano, l’Azienda di soggiorno. I tre hanno anche coeditato un libretto realizzato dal Curatorium in tre lingue che racconta le vicende della vecchia teleferica di Josef Staffler. Oggi, quest’impianto è tra i più amati dai bolzanini. E, in attesa della nuova funivia del Virgolo, l’unico su quel versante della conca per raggiungere il Colle in cinque minuti di salita molto ripida e diretta. Quella primigenia, di Herr Staffler, ne impiegava "solo" 14 di minuti per superare un dislivello di 800 metri su una lunghezza obliqua di 1.640 metri. Le prime due cabine, fornite dalla fabbrica di vagoni Simmering e troppo pesanti per ottenere l’autorizzazione viennese, erano state sostituite con quelle in legno e tela, da sei persone, costruite dal mastro carraio Thomas Peer, con laboratorio a Terlano.

Grande successo per la funivia da subito. L’affluenza fu di migliaia di passeggeri nei primi due anni. Poi le norme di sicurezza cambiarono e Staffler mise in servizio nel 1913 una seconda e più moderna funivia, che operò fino al 2 dicembre del 1943. Quella notte ci fu un duro attacco delle fortezze volanti alleate e anche la funivia venne distrutta. Ma la vita poi continuò. E il 18 gennaio del 1965, dopo lunghe battaglie dell’allora presidente della società del Colle, Josef Rössler, riprese a salire e scendere la terza generazione della funivia con soli quattro piloni di sostegno. Una breve sospensione per le mutate norme in materia, dal 12 gennaio 1985 all’estate dell’1986 e infine, cose di questi anni, la definitiva ristrutturazione degli impianti del 2006. Cabine da 20 posti e tragitto ridotto da 8 a 5 minuti. Le stessa cabine che, ieri, hanno condotto gli invitati alla festa. Che è stata festa di città, non solo di collina. Perchè la funivia è, ed è sempre stata, una questione molto bolzanina. Anche adesso che mostra i suoi anni sulla torta. (p.ca.)















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