Bolzano

La protesta di piazza Mazzini: «Basta degrado sotto le case» 

L'appello sottoscritto da ottanta famiglie. In una lettera aperta gli abitanti del complesso di Palazzo Rossi chiedono al Comune di intervenire con urgenza: «Ordine pubblico e igiene, la situazione ormai fuori è completamente fuori controllo»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Palazzo Rossi è una icona bolzanina. Lo sfondo della rivoluzione razionalista. Ma adesso, chi ci abita, lo vede come una fortezza. «Meglio uscire il meno possibile. E se serve, cercare di farlo di giorno» dice chi ha appena varcato uno dei suoi portoni per farvi rientro. Fuori, una delle piazze più identitarie della Bolzano nuova, è li a mostrare tutto il suo disagio. I cubi dei garage sembrano bunker abbandonati dopo una guerra mai scoppiata, palestre di writer improvvisati, umidità che cola dall’alto. E offrono ombra per traffici poco consoni ad un luogo così centrale.

«Sono diventati un bivacco, gente che beve superalcolici, che si scambia droga alla luce del sole...». Parla così una donna con accanto un bambino. Scivola via in fretta verso i portici. Entra in casa e richiude la porta alle sue spalle. «Ecco, a proposito di portici - dice un abitante di palazzo Rossi- vorrei far notare dove ci tocca camminare. Inevitabilmente, visto che altrimenti non si esce di casa. Deiezioni ovunque, gente che si mette a fare i suoi bisogni senza alcun pudore».

Alla fine, è montata la protesta. Un foglio è stato fatto passare di civico in civico, da ogni giroscale del palazzo costruito nel 1938 a dare lustro ad una piazza che allora si chiamava dell'Impero. Alle fine, quasi in ottanta hanno firmato. Praticamente tutti i tre . Dal civico 32 al 49. La sostanza della lettera, inviata al sindaco, all'assessore e al responsabile dei servizi sociali, si può riassumere in una frase: non ne possiamo più.

È una fotografia del degrado, la missiva. «In una delle più belle piazze di Bolzano - si legge - da molti mesi bivaccano sulle panchine e nel perimetro della piazza decine di persone intente a consumare alcol, molti ubriachi, altri dediti al consumo di droga, con rifiuti abbandonati ovunque , tra cibo, lattine, borse della spesa, e alcuni sono stati anche sorpresi ad urinare nel portico del palazzo...».

Tutto documentato. Giorno, ora, fotografie. Una viaggio nella Bolzano che non t’aspetti. Proprio dentro quel percorso nella città razionalista che dovrebbe essere uno dei motivi, sancito anche dai lucidi della Azienda di soggiorno, per cui un turista dovrebbe abbandonare il centro e inerpicarsi oltre ponte Talvera. Cosa vogliono queste decine e decine di cittadini? «Che qualcuno intervenga. Che il Comune - dice uno dei promotori della protesta - lo faccia tramite la polizia locale, o i carabinieri , o scuota i servizi sociali preposti al ripristino del decoro e della pulizia della piazza».

Ma non è finita. Perché, abusivi o no, basta transitare non distratti dal traffico per il quadrante tutt’intorno a palazzo Rossi per capire che anche una semplice manutenzione aiuterebbe. Scritte ovunque, sporcizia, cubi dei parcheggi impresentabili. Tanto che i firmatari arrivano persino a invidiare le analoghe strutture di piazza Matteotti, che pure sono stati al centro di forti proteste: «Laggiù hanno adottato per la copertura dei cubi un rivestimento in lamiera. Ecco basterebbe quello».

Oppure, si propone, una pittura “anti- writing” in grado di opporsi agli assalti di chi ha preso quel cemento come una tela su cui scrivere tutto quello che gli passa per la testa.

Tuttavia, al di là del degrado, resta una questione al fondo: quella piazza è ormai da anni in cerca di una identità. In Comune e sulle cartine è chiamata piazza ma non lo è: resta uno slargo. Stretto tra strade e ciclabili. Senza un’idea urbanistica o architettonica in grado di toglierla dal suo stato di “non luogo”.

Neppure è stato tentato di connettere la teoria dei negozi dei portici di corso Libertà con quelli di palazzo Rossi. Eventi sporadici hanno solo fatto intravvedere quello che potrebbe essere e non si è riusciti a costruire.

Poi i cubi dei garage hanno tolto anche una delle ultime possibilità di gestire gli spazi in modo compiuto e plausibile. «Ma che almeno si inizi a pulire» dicono i firmatari della protesta. Che lo sfondo di palazzo Rossi torni ad essere lo spazio da cui l'edificio, come nell'idea urbana iniziale, sia in grado di enfatizzare le sue linee e il suo essere la quinta conclusiva di corso Italia. Questo è magari chiedere troppo, si dicono i firmatari, ma proviamoci. Iniziando dal proporre a piazza Mazzini una prima fuga dal degrado.













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