La Provincia riduce l'Irpef ai redditi più bassi

L'assessore Bizzo porta in giunta la proposta di togliere l'addizionale a chi guadagna meno di 15 mila euro l'anno, i sindacati chiedono di innalzare la fascia fino a 26 mila euro


Antonella Mattioli


BOLZANO. L’assessore provinciale al bilancio Roberto Bizzo porterà in giunta la proposta di abolizione dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 15 mila euro. Ma i sindacati chiedono di portare la fascia di reddito almeno fino a 26 mila.

15 mila euro.
Da tempo i sindacati chiedono l’abolizione dell’Irpef per dare un po’ di respiro alle famiglie, in particolare a quelle del ceto medio che stanno pagando il prezzo più alto alla crisi. In Provincia hanno fatto i calcoli: se la cancellazione dell’imposta riguardasse tutti, nelle casse provinciali entrerebbero circa 60 milioni di euro in meno l’anno. «Troppi», ha sentenziato più volte il presidente Luis Durnwalder.

La proposta che l’assessore Bizzo porterà in giunta riguarderà quindi solo i redditi fino a 15 mila. Una fascia bassa nella quale rientrano 20-25 mila contribuenti. Per chi ne beneficerà, l’abolizione Irpef comporterà un risparmio a livello di imposte intorno ai 100-120 euro l’anno. Per la Provincia il mancato introito sarebbe intorno ai 10 milioni. Somma che verrebbe recuperata aumentando per banche e assicurazioni l’Irap che andrebbe al 4,8% (sarà azzerato lo sconto concesso dalla Provincia, che continuerà invece a valere per tutte le altre imprese, ndr). Pare invece scartata l’ipotesi, presa in considerazione in un primo tempo, di rimodulare - a seconda della cilindrata dell’auto - la riduzione del 10% sul bollo concessa dalla Provincia.

I sindacati.
Ma Cgil, Cisl e Uili giudicano insoddisfacente la proposta della Provincia. Toni Serafini (Uil): «È una presa in giro del ceto medio. Bisogna alzare la fascia esentata fino a 35 mila. Concentrarsi solo sui redditi intorno ai 15 mila è ridicolo: lì troviamo commercianti, artigiani e pensionati che, proprio perché hanno redditi bassi, godono già del cosiddetto no-tax area». Serafini sarebbe disposto anche a discutere su un’abolizione parziale dell’Irpef a patto però che si alzi la fascia di reddito. Più drastico Michele Buonerba (Cisl): «I soldi ci sono: insistiamo per la cancellazione dell’Irpef per tutti». Così Lorenzo Sola (Cgil): «Fermarsi alla fascia di 15 mila euro è assurdo. Le mancate entrate si recuperano con la tassa di soggiorno».

26 mila euro. Eros Magnago, capo della ripartizione finanze della Provincia, ha fatto i conti: l’esenzione dell’Irpef fino a 26 mila euro, interesserebbe circa 110 mila contribuenti e costerebbe alla Provincia intorno ai 30 milioni. La mancata entrata si potrebbe recuperare, secondo i sindacati, con l’introduzione della tassa di soggiorno. Facendo pagare un euro per ogni pernottamento ai turisti, l’introito sarebbe di 28-30 milioni. «Detta così - spiega Magnago - sembra facile, ma non lo è. Introdurre una nuova imposta, con le norme sul federalismo fiscale, è più complicato di prima. Nel caso specifico poi va detto che l’imposta di soggiorno c’è già e va nelle casse comunali. Se invece si parla di tassa sul turismo, quella sì sarebbe una cosa nuova, ma è così traballante dal punto di vista giuridico che in Trentino, dove l’hanno introdotta, la devono poi restituire sotto forma di detrazione Irap».

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