La Sad chiude il rapporto con l’impresa del pedofilo

Dopo il provvedimento del giudice, la ditta è stata sollevata dall’incarico Dieci dipendenti rischiano di restare senza lavoro. La difesa: ipotesi fallimento


di Mario Bertoldi


BOLZANO. L’impresa del presunto autista pedofilo non svolgerà più servizio di trasporto scolari per conto della Sad. La temporanea inibizione all’attività professionale e imprenditoriale disposta dal giudice Schönsberg ha portato all’immediata risoluzione dell’affidamento del servizio da parte della Sad. Già questa mattina il servizio sarà garantito da un altro soggetto. «Abbiamo avuto comunicazione dal giudice del provvedimento adottato - spiega il presidente della Sad, l’avvocato Mariano Vettori - ed abbiamo subito deciso di risolvere il sub affidamento in essere. Il rapporto è caduto da solo in quanto l’azienda non può più operare e, dunque, non è in grado di rispettare l’impegno assunto».

Intanto ieri mattina l’udienza di garanzia a conclusione della quale il giudice Emilio Schönsberg ha confermato la misura interdittiva, è durata poco più di 10 minuti . L’uomo , incensurato ma già condannato in primo grado per pedofilia, non ha potuto far altro che ammettere di aver avuto la sfrontatezza di rimettersi alla guida del bus pieno di scolari dopo aver ottenuto la remissione in libertà nonostante la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione impugnata in appello.

Se da un punto di vista giuridico la revoca della custodia cautelare è un provvedimento giustificato visto che l’uomo è in attesa del giudizio d’appello ed è incensurato, sotto il profilo dell’opportunità la decisione dell’autista ed imprenditore di rimettersi alla guida dei bus come nulla fosse accaduto è stata avvertita come una sfida ed una totale insensibilità nei confronti delle comprensibili preoccupazioni dei genitori. «Se me lo avesse detto prima che intendeva rimettersi alla guida del pullman - ha commentato ieri a caldo l’avvocato difensore Andrea Gnecchi - glielo avrei sconsigliato subito».

Una leggerezza (o un comportamento di sfida) che è costata carissima al presunto pedofilo. L’uomo sotto accusa, infatti, non è soltanto un autista ma anche il titolare dell’azienda di autotrasporto che curava alcuni servizi in sub affidamento della Sad. Il provvedimento inibitorio blocca interamente l’attività dell’azienda.

«Ci sono dieci dipendenti che rischiano di perdere definitivamente il posto di lavoro - dice l’avvocato Gnecchi - e la stessa azienda impegnata in leasing per l’acquisto di alcuni pullman rischia ora concretamente di finire gambe all’aria e di fallire». In sostanza l’avvocato ammette che sia stata comprensibile l’apprensione dei genitori (le mamme che hanno sollevato il caso ieri si sono dette molto soddisfatte del provvedimento emesso) e che sia giustificata la decisione di evitare che l’uomo possa rimettersi alla guida di un pullman carico di scolari.

Il legale ritiene però il provvedimento inbitorio abnorme perchè blocca tutta l’azienda che in realtà sarebbe stata in grado di garantire il servizio (senza perdere il rapporto con la Sad) mettendo alla guida gli autisti dipendenti.

Il problema è stato evidenziato ieri mattina al giudice il quale ha assicurato che già nei prossimi giorni la situazione verrà nuovamente analizzata sotto il profilo giuridico. La risoluzione definitiva dell’affidamento del servizio da parte della Sad, di fatto, chiude però il caso in via definitiva.

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