La sorella Madé «Ora voglio tutta la verità sui miei» 

Il dramma. «La nostra famiglia non esiste più. Eravamo molto uniti Con i miei genitori condividevo tutto. Erano innamorati e felici»


Paolo Tagliente


BOLZANO. «Sono così addolorata all’idea di aver perso la mia mamma e il mio papà, a 26 anni, in un momento in cui stavo condividendo con loro la mia vita, ogni giorno. Voglio assolutamente sapere la verità su come sono andate le cose, quella sera. Qualunque sia la verità». A parlare è Madé Neumair, figlia di Laura Perselli e Peter Neumair, sorella di Benno, da qualche giorno indagato per duplice omicidio e occultamento di cadavere.

Madé parla volentieri, ma ogni sua parola deve fare i conti con il dolore e la stanchezza accumulata in queste terribili settimane. Parla della sua mamma e del suo papà, con cui aveva un rapporto meraviglioso e a cui era legatissima, racconta dell’angoscia che la dilania. E non nasconde lo strazio per l’indagine aperta sul fratello Benno.

Ventisei anni, laureata in Medicina a Innsbruck e specializzanda in Traumatologia e Ortopedia a Monaco, Madé il 5 gennaio, dopo aver a lungo tentato di contattare la mamma, s’è rivolta preoccupata alla zia Carla, la sorella più legata a Laura. Quel giorno stesso ha lasciato in fretta e furia la sua casa di Monaco ed è tornata a Bolzano. Sono passati poco più di quindici giorni in cui la vita di Madé e dei suoi familiari è stata completamente stravolta, frantumata, disintegrata.

«I miei genitori hanno entrambi un matrimonio alle spalle - spiega la giovane - e loro, pur stando insieme da 35 anni, non si sono mai sposati. Erano una coppia innamorata e felice. Dalla loro unione siamo nati io e mio fratello. Siamo cresciuti come una famiglia unita di quattro individui. Una famiglia - commenta Madé, più forte delle lacrime che incrinano la sua voce - che ora non c’è più».

Ogni certezza affettiva spazzata via, anche se per motivi diversi: prima l’angoscia per la scomparsa di Laura e Peter, con le ricerche e la speranza che s’alternava alla rassegnazione; poi, improvviso come una pugnalata al cuore, l’avviso di garanzia a Benno. E subito, è cambiata la chiave di lettura con cui analizzare l’intera vicenda. «Il giorno in cui hanno indagato mio fratello - racconta Madé - un giornalista mi ha chiesto se ero shockata dalla notizia. Io, colta un po’ alla sprovvista, avevo risposto di no, che non ero sorpresa. Certo, non è una novità, ma in questo momento non voglio esprimermi su Benno». E adesso? «Resterò qui fino a quando questa vicenda non si sarà conclusa - assicura -. Posso farlo grazie alla disponibilità e al supporto dei miei colleghi di lavoro che, anche in questo momento, dalla Germania, mi stanno facendo sentire la loro grande vicinanza». Una vicinanza come quella che molti bolzanini hanno espresso in queste settimane e che è di grande importanza per Madé e i suoi familiari. «Posso solo dire - conclude - che ho piena fiducia nell’Arma dei carabinieri e nei pm, che stanno conducendo le indagini. Mi fido di loro e spero che facciano emergere la verità. Il dolore è davvero grandissimo. Ero molto, molto legata ai miei genitori e, in questo momento, sento mamma e papà molto vicini».













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