BOLZANO. E’ stato assolto penalmente ma non è riuscito a cavarsela sotto il profilo della responsabilità civile perchè la corte d’appello, che in sede penale aveva cancellato la condanna di primo grado, aveva sostanzialmente compiuto un errore “tecnico” non valutando a dovere una fattispecie di reato: quello della cosiddetta corruzione impropria. Al centro del lungo contenzioso legale è Franco Bertoluzza, per anni ingegnere capo del Comune di Bolzano. Il noto professionista è stato condannato in sede civile, dalla Corte d’appello di Bolzano, a risarcire l’amministrazione comunale per il danno di immagine ed il danno morale, arrecati nell’ambito della vicenda della presunta tangente incassata dalle mani dell’imprenditrice Juliane Nussbaumer Egartner nella gestione della gara d’appalto per i lavori di bonifica dei terreni di via Alto Adige. Il conto per Bertoluzza è piuttosto salato. Il professionista dovrà versare 50 mila euro a titolo risarcitorio (di cui 35 mila per il danno di immagine e 15 mila per il danno morale) oltre a quasi altri 50 mila euro (41.921 + Iva e tasse) per la rifusione delle spese legali sostenute dalla pubblica amministrazione. In tutto poco meno di 100 mila euro. La sentenza potrà essere impugnata in Cassazione ma è provvisoriamente esecutiva e, dunque, l’amministrazione comunale bolzanina potrà pretendere subito di incassare il dovuto. Come si ricorderà, l'ex ingegnere capo venne condannato in primo grado a cinque anni di reclusione (assieme all’imprenditrice Nussbaumer Egartner) per corruzione sulla base di una intercettazione ambientale che documentava la consegna di una busta definita “acconto” dalla stessa imprenditrice. In appello, sempre in sede penale, entrambi gli imputati vennero però assolti “perchè il fatto non sussiste” (con riferimento all’insufficienza della prova). Dalla sentenza di secondo grado emersero due punti fondamentali. Primo: l'ingegner Bertoluzza non aveva mai posto in essere un atto contrario ai doveri d'ufficio (che potesse essere messo in relazione all'incasso della presunta tangente); secondo: nessuno ha mai potuto sostenere che l'impresa che si aggiudicò i lavori fosse priva dei requisiti richiesti. La sentenza di assoluzione venne impugnata dal Comune di Bolzano che si era costituito parte civile con il patrocinio dell’avvocato Francesco Coran. Ed il Comune ha vinto la sua battaglia pur con un ridimensionamento delle richieste originarie, conseguenza della diversa lettura dei fatti in sede penale. La Cassazione aveva infatti confermato l’impostazione dei giudici di secondo grado rilevando che doveva considerarsi provato che l’ingegner Bertoluzza (difeso dagli avvocati Migliucci e Fava) aveva incassato una tangente in assenza però di un atto contrario ai propri doveri d’ufficio. In altre parole Bertoluzza fece il suo dovere, non pilotò l’esito della gara ma incassò una tangente dalla signora Nussbaumer Egartner. Un comportamento che configura il reato di corruzione impropria (vecchia formulazione articolo 318 cp, secondo comma) solo per Bertoluzza e non per l’imprenditrice che esce definitivamente dalla vicenda. In sede civile, dunque, è solo l’ingegner Bertoluzza ad essere chiamato a pagare anche se in termini più leggeri rispetto alle richieste in quanto non è stato riconosciuto un danno patrimoniale. Gli avvocati del professionista hanno comunque annunciato nuovo ricorso per Cassazione.

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