La terra della pizza? Siamo noi 

In Trentino Alto Adige ci sono 1.370 pizzerie, una ogni 748 abitanti



BOLZANO. In Trentino Alto Adige vi sono 1.370 pizzerie, tra bar e ristoranti, e nel rapporto tra locali e abitanti la nostra regione registra una pizzeria ogni 748 persone. D’altra parte, i numeri a livello nazionale sono impressionanti: 130mila imprese coinvolte, 100mila addetti a tempo pieno che salgono a 200mila nei fine settimana, per sfornare circa otto milioni di pizze al giorno, quasi tre miliardi in un anno. Per un fatturato di 15 miliardi di euro e un movimento economico superiore ai 30 miliardi. Lo rileva una indagine condotta dal centro studi Cna in collaborazione con Cna agroalimentare in un campione nazionale di imprese del settore altamente rappresentativo. In Trentino Alto Adige ci sono 580 bar pizzeria e 791 ristoranti pizzeria, in totale 1.370 attività di somministrazione, pari al 2% del totale nazionale. Per la pizza non c’è crisi che tenga. La crescita è costante. Tra il 2015 e quest’anno le imprese con attività di pizzeria sono cresciute in Italia da 125.300 a 127mila (dati aggiornati al 31 marzo scorso). A livello regionale, è la Campania a farla da padrona in termini assoluti, con il 16% delle attività. La seguono, nell’ordine, Sicilia (13%), Lazio (12%), Lombardia e Puglia (10%). In Trentino Alto Adige il rapporto è di una pizzeria ogni 748 abitanti. Mentre diventava “cibo globale”, la pizza cresceva anche nell’immaginario. Con il tempo si è fatta strada la consapevolezza che dietro la pizza ci siano storia, tradizione, cultura. E che il suo successo attinga tanto a materie prime di altissima qualità quanto, forse soprattutto, al fattore umano: la capacità artigianale del pizzaiolo. La quasi totalità delle pizze tonde “da piatto” costa tra cinque e dieci euro. Per la precisione, il 55% tra cinque e sette euro. E il 37% tra sette e dieci euro. Sotto i cinque euro costa il 4% delle pizze. E lo stesso 4% vale la fetta di mercato delle pizze oltre i dieci euro. A rimanere la preferita da oltre tre quarti dei consumatori, il 78,8% per essere precisi, è la pizza tradizionale: marinara e margherita, napoletana o capricciosa. Al secondo posto, ma distanziatissima, è la pizza gourmet (12,1%), quella che fa capolino tra le ricette degli chef più premiati o semplicemente più telegenici, che in pochi anni di vita ha bruciato le tappe.















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