Lascia mezzo milione ai Servizi sociali 

Armando D’Agosto, sarto bolzanino scomparso nel 2016, ha disposto nel testamento la donazione di 534 mila euro


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Il testamento lo aveva scritto a mano, chiuso in una busta sigillata e consegnato nello studio di un avvocato bolzanino che lo aveva messo in cassaforte. Lì è rimasto per un paio d’anni, ovvero fino a quando l’avvocato ha saputo che quel signore di una certa età, arrivato un giorno nel suo studio dove lo aveva indirizzato un conoscente e mai più visto, era morto.

Era dunque arrivato il momento di aprire il testamento e dare esecuzione alle ultime volontà di Armando D’Agosto, nato il 18 luglio 1937 a Bolzano e scomparso il 5 dicembre del 2016.

Come anticipato al legale, voleva che i suoi beni - mezzo milione di euro, 534 mila per la precisione, messi da parte in anni di lavoro - fossero destinati in parti uguali all’Azienda servizi sociali (Assb) e a due associazioni bolzanine che operano sempre nel sociale.

Solo recentemente sia l’Assb che le due associazioni hanno saputo del gesto di generosità di D’Agosto e hanno accettato l’eredità.

Un tesoretto che quel signore dall’aria discreta aveva accumulato lavorando come sarto: un mestiere iniziato in tempi in cui la gente aveva lo stretto necessario (e a volte neppure quello) e tutto veniva rammendato più volte e i capi “importanti” anche rivoltati, perché avessero una seconda vita.

Il benefattore - che forse le due associazioni e i vertici dell’Assb neppure conoscevano - abitava in un alloggio dell’Ipes al civico 1/F di via Rodi, la strada che collega via Dalmazia a piazza Matteotti, dove ci sono quasi solo vecchi palazzoni popolari. L’assegnazione dell’appartamento risaliva a tanti anni prima e lui da lì non se n’era mai andato.

Non era sposato, non aveva figli, non aveva neppure parenti che abitassero vicino.

Al legale aveva confidato di avere un fratello che viveva in Lombardia: in assenza di testamento, l’eredità sarebbe andata a lui.

Ma il sarto aveva altre idee: voleva che i risparmi di una vita, fossero destinati ad attività nel campo sociale.

Di qui la scelta di indicare nel testamento come beneficiari l’Assb e due associazioni.

Al distretto Europa-Novacella qualche impiegato ricorda ancora quel signore a modo, che arrivava per chiedere l’agevolazione tariffaria per le prestazioni del servizio di assistenza domiciliare, ovvero buoni pasto per la mensa degli anziani, pedicure, cura della persona.

In realtà aveva da parte i soldi che gli avrebbero consentito di permettersi questi “lussi” senza dover mettersi in coda, per chiedere le agevolazioni.

Forse però da quando non lavorava più, per D’Agosto il giro per gli uffici era anche un’occasione per uscire di casa, camminare un po’, scambiare due chiacchiere.

Abituato da sempre ad una vita parsimoniosa, si accontentava di poco.

Era stato così quando era giovane e lo era ancora di più negli ultimi anni di vita.

Sapeva di essere solo e, qualsiasi cosa gli fosse successa, avrebbe dovuto arrangiarsi, non potendo contare su nessuno.

Il patrimonio, accumulato anno dopo anno, gli sarebbe dovuto servire nel caso in cui, a causa dell’età, avesse avuto bisogno di essere assistito a domicilio da una badante oppure avesse dovuto entrare in una casa di riposo.

Le cose sono andate diversamente: se n’è andato senza dover intaccare quel tesoretto di cui adesso potranno beneficiare l’Assb e le due associazioni che operano nel sociale.

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