i dati

Lavoro, l'Alto Adige sempre più bisognoso di manodopera straniera

Nel periodo maggio-ottobre 2022 in Alto Adige erano in media quasi 41 mila gli occupati provenienti da Paesi Ue o extra-Ue. Un incremento del 12,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente



BOLZANO. Da qui a 10 anni in Alto Adige andranno in pensione 30 mila persone. Basteranno i giovani autoctoni a sostituirli, permettendo così all’economia di continuare a produrre benessere? Probabilmente no, visti i dati demografici di questa provincia. Un apporto dall’esterno sarà giocoforza necessario: un fenomeno già in atto da tempo come dimostrano anche i recenti numeri dell’Ufficio osservazione mercato del lavoro della Provincia autonoma che afferma: «I cittadini stranieri, compresi quelli da Paesi extra-Ue, saranno essenziali alla crescita occupazionale di questa terra».

Nel periodo maggio - ottobre 2022 in Alto Adige lavoravano in media 37.436 lavoratori dipendenti stranieri, ai quali bisogna aggiungere 3.460 stranieri occupati presso famiglie. Senza considerare questi ultimi, si registra un incremento del +10,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a +3.521 occupazioni. Tenuto però conto che quasi 1.100 occupati – quasi tutti residenti e per due terzi con contratto a tempo indeterminato – hanno ottenuto nello stesso arco di tempo la cittadinanza italiana, la variazione al netto delle naturalizzazioni risulta essere pari ad un più 4.172 (+12,3%).

Al netto delle naturalizzazioni, il saldo risulta positivo in tutti i settori. In termini percentuali è stato più forte nelle strutture ricettive e ristorative (+2.435; +23,5%). Accentuato l’aumento anche nella manifattura (+443; +12,3%) e nei rimanenti servizi (+1.099; +11,1%). Più modesta la crescita nel settore edile (+120; +4,3%), mentre l’agricoltura (+15; +0,2%) mantiene il livello occupazionale dello stesso semestre dell’anno precedente. Il saldo complessivo risulta essere positivo sia per le donne (+1.975; +15,5%) che per gli uomini (+2.197; +10,4%). Tra i lavoratori stranieri sono aumentati maggiormente i contratti a tempo determinato (+3.114, +15,6%) che a tempo indeterminato (+1.058, +7,5%).

Stando al Rapporto provinciale sul mercato del lavoro la crescita occupazionale misurata tra il periodo d’osservazione e lo stesso semestre dell’anno precedente è composta maggiormente da cittadini di Paesi non europei (+3.301; +19,2%). Minore è l’aumento di persone da Austria e Germania (+196; +5,4%) e dalla restante Unione europea (+675 +5,1%). A confronto, il numero di cittadini italiani occupati in Alto Adige è invece aumentato di +1.667 (+0,9%) lavoratori.

In merito all’assunzione di persone provenienti da Paesi extraeuropei, l’assessore provinciale al lavoro, Philipp Achammer aveva sottolineato l’esigenza di avere grande attenzione, regole chiare e pianificazione pluriennale, puntando anche a recuperare la quota-parte di disoccupati iscritti nelle apposite liste con politiche attive del mercato del lavoro. Ottima idea, anche se i numeri della presenza di stranieri in Alto Adige sono molto più ampi di quelli dei disoccupati di lunga durata. Eccoli con una scaletta temporale: nel 1981 gli stranieri erano 4.082 (0,95% del totale dei residenti); nel 1991 pressoché uguali; nel 2001 si sale a 14.336 (3,1% del totale) che diventano 39.396 nel 2011, 52.037 nel 2020 (9,72% del totale), fino ai 56.891 di fine 2021. Al termine di quest’ultimo anno i cittadini extra Ue titolari di un permesso di soggiorno erano 33.779. La provenienza degli stranieri in Alto Adige? Prima l’Albania, a seguire Romania, Germania, Pakistan e Marocco. M.D.

 













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