Le accuse del Pd: «Pandemia ignorati i consigli degli esperti» 

Le strategie. Domani seduta straordinaria del consiglio provinciale. Il gruppo Sanità dei Dem chiede chiarezza Repetto e Dellantonio: dal tracciamento alla gestione delle quarantene dopo lo screening cosa non ha funzionato?



Bolzano. I contagi non si fermano. Ieri altri 611 positivi (tra tamponi Pcr e antigenici). Infatti l’ordinanza provinciale in vigore da oggi, che rafforza il lockdown, parla di «scenario di rischio alto». Cosa non ha funzionato nella «via altoatesina» alla gestione del Covid-19, quali sono invece i punti di forza? I consiglieri provinciali intendono discuterne e lo faranno nella seduta straordinaria convocata per domani mattina.

Le minoranze reclamano più informazioni e un maggiore coinvolgimento da parte della giunta sulle decisioni sensibili, come appunto le ordinanze. Il gruppo sanità del Pd, coordinato da Elio Dellantonio, da tempo si interroga sulla «via altoatesina». Un lungo elenco di domande sulla gestione della pandemia diventa una interrogazione firmata da Sandro Repetto.

Nei verbali della commissione di esperti Sars-cov-2 della Provincia di Bolzano, sottolinea il Pd, emerge che tutti «raccomandavano procedure di maggiore cautela e controllo per i contatti stretti dei positivi asintomatici risultati allo screening di massa». Perché non è stato colto dall’assessorato e dalla Asl il suggerimento di mettere in quarantena e testare tutti i contatti stretti dei positivi allo screening di massa? La richiesta di chiarimenti prosegue così: «Perché non si è mai pronunciato pubblicamente l’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato e chi sono gli alti dirigenti medici/sanitari ed aziendali che hanno fornito dati e pareri alla politica, che si è dovuta fidare di loro». Quali sono i dati sui positivi, comune per comune, quanti focolai e quali cause di primo contagio (in famiglia, a scuola, sul lavoro) sono state rilevate dal Dipartimento prevenzione ed inoltre se è escluso che non ci siano stati conteggi doppi tra molecolari ed antigenici. E ancora: «Quali sono state le risorse messe a disposizione del Dipartimento prevenzione per poter procedere ad un tracciamento efficace? È vero quanto riportato dai media relativamente al professor Bernd Gänsbacher, che avrebbe affermato che non siamo in grado di tracciare più di 50 positivi/giorno? Si chiedono informazioni anche sul rischio di riduzione dei medici del dipartimento Prevenzione e sui motivi della sostituzione della direttrice del dipartimento Prevenzione. Il Pd mette sul tavolo altri temi, dai dati sulla vaccinazione del personale sanitario alla presenza o meno del piano vaccinale. E ancora, quali sono stati i costi ed i risultati prodotti dai cani molecolari anti-Covid voluti dalla Asl? Perché non si dispone della ricetta dematerializzata per i test antigenici, c’è il controllo che non vengano pagati due volte ai privati, da parte dei pazienti stessi e in convenzione? E infine, per quale motivo i trasporti pubblici non sono ancora stati adeguatamente potenziati e perché non sono realizzati i necessari controlli, anche sul territorio? «È fondamentale avere una visione sanitaria complessiva e flessibile, che dia sicurezza ai tanti operatori sanitari che stanno dando il meglio di sé e tuteli la popolazione», conclude Repetto, «facendo sintesi delle istanze di salute e salvaguardi le relazioni personali, sociali ed economiche».

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