Le aquile di ponte Druso in volo fino alla cripta del Monumento alla Vittoria

Delicata operazione di trasporto di due busti nei sotterranei del nuovo museo sul nazi-fascismo. Apertura a marzo .


di Davide Pasquali


BOLZANO. Abbandonate da anni, anzi da decenni di colpevole incuria, ieri mattina alle 8 le aquile di ponte Druso hanno spiccato il loro ultimo volo, dalla giardineria comunale di via Rio Molino fino alla cripta del monumento alla Vittoria. A partire dal mese di marzo saranno gli unici oggetti d’epoca esposti nel nuovo centro di documentazione sul nazi-fascismo, in queste settimane in fase di allestimento. Nella cripta, per far risultare il tutto politically correct, dovrebbero arrivare anche due statue del monumento ai Kaiserjäger, abbattuto negli anni Venti per far posto all’ara di Piacentini, voluta per celebrare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale. Oggi le statue sono di proprietà di un’associazione combattentistica austriaca, con la quale si sta faticosamente trattando. Per ora senza esito. GUARDA LA FOTOGALLERY

Le aquile durante il trasporto dalla giardineria comunale al Monumento alla Vittoriaxxxx

Le aquile imperiali romane, scolpite nel 1931 dall’artista anconetano Vittorio Morelli, vittime della lavatura di ponte Druso a inizio anni Settanta, in realtà sono quattro e da tanti anni giacciono abbandonate: smembrate e accatastate alla rinfusa all’aperto, in un cortile nelle brumose campagne di Gries. Stanno lì, gettate a terra assieme ai resti del teatro Verdi, del Duomo e della chiesa dei Domenicani, bombardati dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale. Manca pure qualche pezzo, sparito chissà come, chissà quando...

Il piedistallo delle aquile, in porfido locale come tutto il resto, è costituito da un fascio littorio. Che non verrà esposto al pubblico. Il blocco mediano di ciascuna delle quattro statue è costituito da delle magnifiche, surreali zampone artigliate. Da vero rapace aggressivo. Che non verranno esposte al pubblico. Nei sotterranei del monumento alla Vittoria, assieme a cartelloni esplicativi e riproduzioni di documenti e immagini, si potranno ammirare solo i busti e nemmeno tutti. Solo due teste, con le ali.

Le aquile in volo verso il Monumento alla Vittoria (Foto D. Pasquali)xxxx

Ieri mattina, sotto l’attenta supervisione del responsabile dell’archivio storico del Comune Hannes Obermair, coadiuvato da Uli Prugger della Gruppe Gut, incaricata dell’allestimento museale, le statue sono state imbragate, sollevate con immensa delicatezza tramite un camion-gru, posate sul cassone, assicurate, bendate e trasferite in fretta, quasi di soppiatto, fino in via Cesare Battisti. Dove, sempre con estrema accortezza, sono state scaricate e introdotte nella cripta, restaurata dalla Soprintendenza ai beni culturali di Venezia.

Si sono scelti i due busti in condizioni migliori, li si è soltanto un poco spazzolati per rimuovere il terriccio che ne insozzava le parti appoggiate a terra. Per il resto, si lasceranno così come sono. Muschio compreso. Utile per far comprendere ai visitatori che si tratta degli originali, non di copie. E anche per ricordare che, per quattro decenni, le si era volutamente volute dimenticare.

Nei sotterranei del monumento alla Vittoria non verrà esposto nessun altro oggetto fisico, d’epoca. Troppo umido, l’ambiente lassotto, per conservarci gli originali di documenti e fotografie. Nonostante il costoso restauro, non si è riusciti ad eliminare l’umidità.

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