Le coop: «Non riceviamo terreni da 8 anni»

Grata: «Il Comune acceleri gli espropri in via Druso». Repetto: «Crisi profondissima, serve aiuto»


Valeria Frangipane


BOLZANO. La crisi dell'edilizia non molla: le ultime cifre parlano di un -17% di opere rispetto al 2010. Andrea Grata, direttore di Confcoop cerca soluzioni: «Siamo senza terreni da 8 anni e 8 anni pesano! Il Comune per dare una boccata d'ossigeno al pubblico ed al privato deve accelerare gli espropri su via Druso».

Vittorio Repetto, presidente Cassa edile, è d'accordo: «Serve un colpo d'ala». La nuova zona d'espansione da 5 ettari, che si trova subito dopo la caserma dei vigili del fuoco, è pronta ad ospitare 500 alloggi ecocompatibili: metà li tireranno su le coop, l'altra metà i privati. Per Grata il momento è nerissimo: «In città è tutto bloccato ad eccezione di qualche singola iniziativa. Noi stessi abbiamo ricevuto gli ultimi terreni, dall'allora giunta Salghetti, otto anni fa dalle mani dell'allora assessore all'urbanistica Silvano Bassetti. Poi più nulla. Certo, abbiamo avuto fior di aree, abbiamo costruito spazi più che importanti a Casanova ma comunque sia da otto anni non vediamo più nemmeno un fazzoletto di terra e non è giusto. Se tutto filerà liscio contiamo di iniziare a costruire su via Druso tra un annetto e qualche cosa... insomma rischiamo molto seriamente di avere il primo terreno dal Comune dieci anni dopo l'ultimo!».

E finalmente dalla giunta Spagnolli. Il direttore di Confcoop è convinto che si possa e si debba fare di più per far girare un settore in difficoltà. «Il pubblico in una situazione come questa deve dare una mano importante. Se il Comune velocizzasse le procedure d'esproprio e riuscisse a consegnare le aree in un tempo ragionevole tutti insieme potremmo mettere in moto qualcosa come 150 milioni di euro, divisi a metà tra edilizia agevolata e privati».

Dal 2008 ad oggi circa 4000 operai edili hanno perso il lavoro in Alto Adige. È vero che si partiva da una situazione sovradimensionata, ma nessuno si aspettava un crollo simile. Tantissime aziende hanno chiuso, molte altre sono all'ultimo lavoro, finito il quale manderanno a casa gli operai. Vittorio Repetto, presidente della Cassa edile, dice una volta di più di non aver mai visto un tonfo del genere che da luglio si è addirittura acuito e si augura dal pubblico dello slancio o colpo d'ala. Cosa crede che possa fare a Bolzano per dare una mano all'edilizia? «Sono d'accordo con Grata. La nuova zona d'espansione di via Druso può dare una mano ad un settore in fortissima sofferenza e credo che se l'amministrazione riuscisse a velocizzare i tempi farebbe un gran favore a tutti».

A chi deve ricevere una casa ed a chi deve costruire un nuovo rione. «Da mesi ci continuavano a spiegare che tra un po' avremmo visto la fine del tunnel ma qui è sempre buio fitto basti pensare dal 2005 ad oggi le ore lavorate dalle imprese sono scese del 30%. Proprio nei giorni scorsi sono andato ad un incontro con i presidenti delle Casse edili del Triveneto dal quale è emerso un dato ulteriormente sconfortante». Sarebbe?

«Non si riesce a capire quando ne saremo fuori, nessuno si arrischia più a dare date ed a fare previsioni e risulta languire l'edilizia in generale: quella abitativa, le opere pubbliche ma anche tutti gli investimenti industriali e commerciali». Secondo lei in questo periodo serve a qualcosa puntare sulle ristrutturazioni che portano al risparmio energetico (Casaclima)? «Di questi tempi non si butta nulla ma direi che la gente è piuttosto restia a fare investimenti di questo tipo... certo se le banche dessero una mano forse potrebbe funzionare meglio. Ma la Casaclima non è la soluzione o il toccasana per far girare un settore asfittico. Diciamo che può alleviare in parte il dolore ma non risolve certo la patologia».

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