Le grandi catene si prendono via Museo

Chiude anche la gioielleria «Blue Spirit». A metà gennaio sarà la volta di «99 cent»: al suo posto uno store di abbigliamento


di Davide Pasquali


BOLZANO. In via Museo si cede allo straportere delle grandi catene, arrivate per colonizzare il Centro. Oggi la frequentata gioielleria di media fascia “Blue Spirit” chiuderà per sempre i battenti dopo trent’anni di attività. Le titolari raccontano: «Già gli affitti erano pesanti prima. Ora, con l’arrivo delle grandi catene, sono schizzati ancora di più verso l’alto; in più, oltre al raddoppio del prezzo dell’oro che ostacola le vendite, con le liberalizzazioni di Monti qui tutti apriranno tutti i sabati pomeriggio e tutte le domeniche. A gestire il negozio siamo in due, non ci stiamo, vogliamo anche vivere la nostra vita». E non è finita qui: “strangolato” da tasse e spese in crescita esponenziale, a metà gennaio chiuderà anche il negozio «99 cent». Quattro dipendenti rimarranno a casa; l’intero palazzo sarebbe stato ceduto. «Ancora non si sa di chi si tratti - raccontano le commesse - ma arriverà un’altra grande catena dell’abbigliamento». La responsabile del punto vendita chiosa invece così: «Purtroppo, i piccoli e i deboli sono destinati a soccombere».

Isabel Benvenutti e la madre Carla Vescoli sono chiarissime: «Qui al Blue Spirit siamo stanchi, e stufi. Dopo trent’anni... Si sarebbe anche potuto andare avanti; c’era da decidere se rifare tutto, magari modernizzando il negozio, rinnovando le vetrine (che però sono elettroniche e costano molto), per dare un’impronta nuova. Potevamo anche permettercelo, ma poi è venuta fuori la storia delle domeniche aperte, e l’orario continuato, oltre a tutti i sabati pomeriggio. Già ci basta il sabato; uno, un po’ di vita privata, vorrebbe anche averla. Se però H&M, che è a due passi, e poi Zara dall’altra parte della strada, e poi anche l’Eurospar aprono... In pratica qui in tanti sono aperti, e allora tocca tenere aperto anche a te. Non è che puoi lasciare chiuso. Ma noi ci rifiutiamo categoricamente». Per aprire la domenica si dovrebbe assumere ma non ne vale la pena: «Chi viene la domenica, non viene durante la settimana. I soldi sono quelli. Se spendo domenica, non lo faccio al lunedì. E poi guardiamo altrove: a Monaco, la domenica, è tutto chiuso. Lo sappiamo bene, perché avevamo un negozio all’aeroporto. Lì era aperto, ma in città era ed è tutto sbarrato». Oltrettutto, spiegano, «oggi la fiducia nella politica è inesistente, l’oro è alle stelle e se si vuole concorrere bisogna avere grande scelta e quindi fare ingenti investimenti». Per non parlare degli affitti che, da quando sono arrivate le grandi catene sono schizzati verso l’alto. «Molte famiglie bolzanine, che hanno negozi da tempo, anche grossi nomi, sopravvivono solo perché possiedono i muri. Ormai sta andando sempre peggio, e se lo dicono loro!». Certo, c’è di mezzo anche l’età: i settant’anni della signora Vescoli e il desiderio del meritato riposo contano. Ma è più la sfiducia ad aver pesato sulla scelta. Il negozio è stato così ceduto e a dicembre aprirà «Open Games», uno store di giochi per computer. Ultima e unica soddisfazione, «abbiamo liquidato tutto, senza dover fare pubblicità. Noi vendiamo singoli pezzi sotto i 1.500 euro; ora abbiamo offerto oro con lo sconto del 50%, di marche molto note». I bolzanini sono accorsi a frotte. «Dopo due giorni avevamo già venduto i tre quarti dell’oro».

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