Le Poste: Laghetti e Pineta, «la chiusura è definitiva»

Andriolo: «Le due frazioni saranno servite dai postini telematici per le bollette» In Alto Adige c’è una filiale ogni 3.800 abitanti: «Tutelate le zone di montagna»


di Massimiliano Bona


EGNA/LAIVES. Cosimo Andriolo è il responsabile per il Nord-Est di Poste italiane e ieri ha voluto fornire dati e cifre che legittimano - dal suo punto di vista - la chiusura delle filiali di Laghetti di Egna e di Pineta di Laives. La provincia di Bolzano, questa è la posizione dell’azienda, è stata persino fortunata rispetto a Trento, dove le chiusure sono state 5, e ancora di più rispetto al Nord-Est in generale, dove dal 13 aprile chiuderanno complessivamente 75 filiali, soprattutto di medio-piccole dimensioni, e tutte in Comuni dove già ci sono altri uffici postali. La logica è la stessa che ha portato alla chiusura, un paio di anni fa, della filiale di San Paolo di Appiano, un locale tuttora in vendita, che per anni è stato il prezioso punto di riferimento per i residenti della frazione.

Rispetto ad allora Poste italiane ha alzato il tiro, risparmiando dal processo di razionalizzazione le zone di montagna, dove la capillarità del servizio è fondamentale, come ha imposto tra l’altro l’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni). In Bassa Atesina, questa è la ricetta di Poste italiane, bisognerà puntare di più sui «postini telematici» a domicilio, utili anche per il pagamento delle bollette.

Dottor Andriolo, nonostante la raccolta di firme e la protesta dei due consigli comunali direttamente coinvolti non si torna indietro?

«No, la decisione è stata presa e sarà operativa dal 13 aprile, come nel resto d’Italia. Mi preme aggiungere che le nostre priorità sono sempre e comunque la capillarità della rete e la vicinanza al cliente. Il piano di rimodulazione e razionalizzazione riguarda tutta la penisola».

Qual è stato il criterio alla base della scelta su quali filiali chiudere? Sia a Pineta che a Laghetti c’era un buon “giro” di clienti e operazioni...

«Ci siamo assicurati che ci fosse comunque almeno un ufficio postale all’interno di un Comune: e nel caso concreto abbiamo Laives e Egna come nuovi riferimenti per gli abitanti delle due frazioni. Poi hanno inciso le distanze tra una filiale e l’altra e in terza battuta la salvaguardia delle aree rurali e montane».

Qui c’è chi dice che sono state salvate le valli a svantaggio del fondovalle. Una questione che qualcuno ha posto anche in termini etnici...

«Non scherziamo. La salvaguardia delle aree montane ci è stata imposta con un regolamento deliberato da Agcom. In ogni caso le risorse risparmiate dalla chiusura delle due filiali di Pineta e Laghetti saranno reinvestite per potenziare il servizio sul territorio».

E il personale di questi uffici conserverà il posto?

«Sì, ovviamente. Non licenzieremo nessuno».

Gli anziani in particolare e chi non ha un’auto dovrà sopportare qualche disagio. In che modo se ne può uscire?

«Con il servizio dei postini telematici, che arrivano direttamente a casa anche per il pagamento delle bollette». Il nuovo postino, dotato di computer, non si limiterà a portare lettere e raccomandate, ma offrirà un servizio completo. Gli utenti potranno inviare raccomandate da casa propria, pagare i bollettini e ricaricare la postepay.

Qual è il rapporto residenti-uffici postali in Alto Adige?

«Attualmente è di un ufficio ogni 3.800 persone, contro le 4.600 persone del resto d’Italia. In Germania, ad esempio, c’è un ufficio ogni 6.400 abitanti. Di filiali, qui, ne abbiamo 133. Anche se chiuderemo a breve Pineta e Laghetti non intendiamo abdicare dal nostro principio di vicinanza ai clienti. È anche nostro interesse mantenere la capillarità del servizio».

Cambierà qualcosa per le zone di recapito?

«No, a riguardo non sono previste novità. Anche a Bolzano i residenti possono stare assolutamente tranquilli».

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