«Licenziata perché incinta», fa causa

Protagonista della vicenda una giovane di 18 anni commessa presso il negozio di una grande catena del centro storico



BOLZANO. «Mi hanno licenziata, perché sono incinta». Lucia (nome di fantasia), 18 anni bolzanina, è fermamente convinta che sia questa la causa vera e non quella ufficiale: “mancato superamento del periodo di prova”. Per questo ha deciso di rivolgersi ad un legale, per far valere le sue ragioni.

Lucia, fino a lunedì, lavorava come commessa in centro storico per una grande catena.

«Mi avevano assunta – racconta dal primo aprile – con un contratto a termine di nove mesi. A me il lavoro piaceva e credo che anche i responsabili del negozio fossero contenti, visto che solo pochi giorni fa mi avevano portata nel punto vendita di Trento, perché imparassi a fare chiusura e prendessi confidenza con la parte fiscale. Anche per questo pensavo che ci fossero tutti i presupposti per arrivare fino a fine dicembre, scadenza naturale del contratto».

La giovane non aveva però fatto i conti con quello che sarebbe stato l'effetto provocato dalla notizia, data ai primi di giugno alla responsabile del negozio, che era al quarto mese di gravidanza.

«All'inizio non mi è stato detto nulla. Poi mi hanno chiesto di portare il certificato medico che non ho mai consegnato per il semplice fatto che - come mi ha spiegato qualche ora dopo la stessa responsabile - non ce n'era bisogno».

Lunedì, Lucia era normalmente al lavoro. Non sapeva che sarebbe stato l'ultimo.

«Mi hanno fatto fare le pulizie del negozio e quando ho finito mi è arrivata la brutta notizia: al 59simo giorno di lavoro, mi hanno comunicato che non avevo superato il periodo di prova di 60 giorni, e quindi mi hanno licenziata. Sono convinta di aver sempre lavorato bene, mi ha penalizzato il fatto di aspettare un bimbo».

Abbiamo chiesto all'azienda di fornire la propria versione dei fatti, senza ottenere alcuna risposta.

A questo punto la domanda è: nel periodo di prova la dipendente incinta può essere licenziata oppure no?

Abbiamo chiesto un parere al giuslavorista Mauro De Pascalis.

«Nel periodo di prova, in base alla legge, l’azienda può farlo. Nel caso specifico però, si può discutere e a mio avviso c'è lo spazio,a per avviare un procedimento davanti al giudice del lavoro. Se, come sostiene la ragazza, fino all'ultimo ha fatto formazione, si può dedurre che il periodo di prova sia andato bene e il licenziamento sia dovuto in realtà alla gravidanza».

Analoga la valutazione fatta da Cinzia Turello, responsabile del settore commercio della Cgil: «La giovane ha fatto la formazione, segno che l'azienda riteneva che valesse la pena investire su di lei. Poi al 59 esimo giorno il licenziamento. Impossibile non vedere un collegamento con la gravidanza in atto. Purtroppo, soprattutto nelle grandi catene succede di tutto e di più. I giovani, facilmente ricattabili perché pur di lavorare sono disposti a tutto, vengono assunti con i contratti più strani e licenziati con un'incredibile facilità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità