Lido, il sorteggio cabine La rabbia dei cento esclusi

Affollato incontro al Palaresia: i funzionari del Comune contestati dagli abbonati La delusione di chi è rimasto fuori dopo una vita nell’impianto di viale Trieste


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Avete presente il film del ragionier Fantozzi “Il sorteggio” in cui si organizza un “sorteggione” nella sala mensa dell’azienda per scegliere l’impiegato che accompagnerà il mega-direttore a giocare a Montecarlo? La scena, vista ieri mattina al Palasport di via Resia, era più o meno la stessa: con la differenza che al posto dell’ironia c’era tanta rabbia, perché in ballo c’era l’assegnazione di una cabina in quella che è la spiaggia dei bolzanini, ovvero il lido di viale Trieste.

Al sorteggio, organizzato dai funzionari del Comune, si sono presentati oltre un centinaio di abbonati storici (alla protesta hanno assistito anche il candidato sindaco Mario Tagnin e l’eurodeputata Elisabetta Gardini, ndr) che hanno contestato con toni anche molto accesi il Comune. Il motivo? Semplice: nell’ambito della ristrutturazione del complesso di viale Trieste, realizzato negli anni Trenta dagli architetti Ettore Sottsass e Willy Weyhenmeyer, le 200 cabine sono state dimezzate e al loro posto sono stati installati 178 armadietti. Ciò significa che circa un centinaio di abbonati storici sono rimasti senza la mitica cabina, nella quale andavano da una vita: la stessa da anni, vicina alle stesse persone che nel frattempo sono diventate “di famiglia”, davanti allo stesso spicchio di prato. Un duro colpo per gli esclusi. Che hanno però la possibilità di rientrare in gioco nel caso in cui - per altro molto difficile visto che l’impianto apre giovedì 26 maggio - qualcuno rinunci.

Alla fine del sorteggio sono state create due liste d’attesa: una per le cabine da tre posti e una per quelle da sette. L’alternativa è prendere l’armadietto: soluzione che la stragrande maggioranza rifiuta, anche perché troppo piccolo per contenere la sdraio da spiaggia.

In linea di principio la riorganizzazione decisa dal Comune non fa una piega: si riparte da zero, si cancellano tutti i “diritti” che uno dava per acquisiti. Il problema è che il lido per i bolzanini è una comunità, frequentata da persone di tutte le età e in particolare da anziani che, in quel polmone verde, ci passano l’intera estate. «Chi ha pensato a questa riorganizzazione - commentava Claudia Chisté, habitué dell’impianto, che ieri ha sorteggiato i numeri, compreso il suo - evidentemente non conosce il lido, non ha capito che cosa rappresenta per la stragrande maggioranza di chi lo frequenta: lì c’è una comunità che si ritrova ogni estate, ci sono i nonni che portano i nipotini, ci sono il professionista, la commessa, l’impiegato che vengono nella pausa pranzo a rilassarsi un po’».

Tra i più duri contestatori Ernesto Guadagnini, abbonato da 10 anni, che ieri non ha ottenuto la cabina: «In questo modo il Comune ha rotto compagnie storiche». Delusa anche Anna Silvestri che è rimasta esclusa: «Sono cresciuta qui dentro perché mio padre Luigi faceva il bagnino. Avevo da sempre la cabina 33 che dividevo con sei amici». “Fuori” anche Vanda Scomparin che aveva fatto la domanda per un cabina da tre: «È uno schifo: io vengo qui da 50 anni. Prima con mio fratello, adesso con mio figlio e mia nuora». Soddisfatto e invidiato Sergio Feller, abbondato dal ’91: il suo numero è stato l’ultimo estratto delle 51 cabine da tre posti.

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