caro piscina

Lido, stangata inevitabile. Il sindaco: obbligo di legge 

Il caro piscina. Caramaschi ribatte dopo il duro attacco delle opposizioni: «La concessione  dei ristori per l’impennata dei costi energetici è condizionata al riallineamento di tutte le tariffe»



BOLZANO. Le opposizioni hanno attaccato duramente il sindaco sugli aumenti del Lido. Claudio Della Ratta, Anna Scarafoni, Patrizia Brillo e Roberto Selle, non sono rimasti zitti: «Il biglietto normale è volato da 6 euro a 7.50, lo stagionale è passato da 130 a 160 euro. Il ristorante, altro introito possibile, resta chiuso. E a pagare sono le famiglie di fronte a un avanzo di bilancio “libero” di 60 milioni di euro». «Ho letto - ribadisce Renzo Caramaschi - interessante lo facciano su un obbligo normativo che ci arriva dal governo Meloni, il quale ha ribadito quello di Draghi dello scorso anno».

E che dice? «Che la concessione dei ristori per la drammatica impennata dei costi energetici è condizionata ad un riallineamento delle tariffe comunali in tutti i settori, impianti sportivi compresi. Non so se è chiaro: è un obbligo di legge». In sostanza: l’esecutivo ha chiesto ai municipi uno sforzo per riequilibrare quello dello Stato. Caramaschi ha un diavolo per capello. «Sono sei anni che il biglietto d’ingresso alle piscine e i relativi abbonamenti sono fermi alle stesse cifre. Bloccati pur in regime di forte spinta inflazionistica». Ed elenca il gran numero di Comuni, con colore politico variabile delle rispettive giunte, da Belluno a Trento a Verona che hanno addirittura chiuso gli impianti per l’esplosione dei costi energetici, da quelli al coperto, già in inverno, a quelli all’aperto con la riduzione del numero delle piscine per il pubblico.

La delibera che riguarda gli ultimi aumenti bolzanini sarebbe stata adottata in un periodo di rincari mai registrati prima (“almeno in tempi moderni” insiste), ma anche come obbligo rispetto alle normative comunitarie e nazionali che impongono la messa in campo di consistenti rincari tariffari a fronte degli impegni dell’esecutivo, per Bolzano nell’ordine di oltre un milione, per l’esplosione dei costi generali.

«Di fatto - spiega Caramaschi - il Comune non aveva e non ha alcun spazio di manovra sul fronte adeguamento tariffario trattandosi di un obbligo che non prevede deroghe». E qui replica alle contestazioni delle opposizioni che hanno in messo in campo l’opportunità in termini di flessibilità finanziaria, legata al fatto che Bolzano ha un avanzo di bilancio “libero” di 60 milioni in grado di sopperire all’aggravio potenzialmente derivante da un blocco dei biglietti di ingresso al Lido. «Vedo che non capiscono: non c’entra il fatto che noi si sia in attivo. A parte che - polemizza il sindaco - questo attivo è merito nostro, ma gli adeguamenti tariffari erano obbligatori. Forse non si comprende che a star bloccati quest’anno, si sarebbero ottenuti due effetti negativi: da un lato avremmo gettato al vento i ristori dello Stato, dall’altro le maggiori spese si sarebbero riversate sui prossimi bilanci. E allora addio conti in attivo».

Il Comune insiste sul fatto che le tariffe delle piscine bolzanine sono in assoluto tra le più basse di tutta la provincia, per non parlare a livello regionale. E che le stesse tariffe, così come riconfigurate, favorirebbero in particolare le famiglie e gli anziani con prezzi agevolati che tengono conto delle fasce più deboli sul piano reddituale. «A prescindere dai vincoli tecnico contabili esistenti - conclude Caramaschi - l’utilizzo dell’ avanzo dell’amministrazione è concentrato in particolare nell’edilizia scolastica e nel sociale, nello specifico le case di riposo, servizi e settori strategici». Quello che intende anche Juri Andriollo è che se si usano questi avanzi per le piscine si dovrebbero tagliare gli investimenti altrove, soprattutto in ambiti socialmente molto sensibili. Dunque se non si aumenta (“in percentuale molto contenuta “) il Lido si deve tagliare la scuola e le case di riposo. Non sostenibile non compiere una scelta. P.CA.

 













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