Lilli Gruber si confessa: il libro mi ha prosciugata

Folla ieri da Cappelli per la presentazione dell’ultima fatica letteraria Una storia altoatesina ambientata durante la seconda guerra mondiale


di Paolo Campostrini


BOLZANO. "Questo libro mi ha prosciugato...". Questo libro è "Tempesta" e inizia così:"Mi chiamo Hella, Hella Rizzolli, e la mia voce viene dal passato". Sarà che con quel passato tra il '40 e il '45 molti, qui, stanno ancora facendo i conti, o che Hella è una di famiglia, un volto riemerso dentro quell'intreccio di cuginanze e relazioni familiari che si dipanano tra gli Ansitz e le vecchie residenze di mezza montagna sparse tra Bolzano e la Bassa Atesina, ma Lilli Gruber per quel libro ci ha rimesso in salute. "E un estate - dice adesso - tutta passata a riscriverlo e riguardarlo così che poi, alla ripresa in autunno in televisione, il mio fisico ha detto stop. Basta così". Era questo il male misterioso che ha acceso i siti gossipari di mezza Italia, un male da fatica. Ma perché farne un'altra, di fatiche, dopo "Eredità"? "Perché non potevo farne a meno. Questo io. E poi in tanti a chiedermi come finiva la storia del primo libro, cosa sarebbe accaduto ai miei personaggi con la guerra. E così è andata che mi ci sono rimessa". E così ieri Lilli, al secolo Dietlinde, nata a Villa di Egna ma romana da quando è scesa (o salita) in Rai rispondendo alla chiamata di Antonio Ghirelli che cercava volti femminili per il suo tg tutto maschile, è tornata a Bolzano. Pennarello rosso in mano a firmare centinaia di copie del suo rizzoliano "Tempesta". Una fila che non finiva più da Cappelli, sala piena all’Athesia. In piazza Vittoria, ha scritto dediche per un'ora, Lilli. Anche quella sulla copia di Lino Stefani, che guida la libreria di famiglia. Ha aperto il libro e ha tirato fuori una foto ingiallita di lui, Lino, a 18 anni, in divisa della Wehrmacht. Poteva essere, a guardarla bene, quella del fidanzato di Hella, Hella Rizzolli... "E invece sono io. Mi hanno preso del '45 e mi hanno fatto arruolare. Ecco perché ho letto Tempesta. Perché sembrano cose accadute in un altro mondo. E invece è il nostro". Come nel mondo di De Concini, prof a Bolzano, scrittore e polemista: "Mia mamma con le opzioni ha perso il fidanzato" dice. E poi Giancarlo Mariani e Ettore Frangipane, che offre a Lilli i suoi "Garibaldi" e "Bolzano scomparsa”, una questione tra ex inviati Rai. Arriva anche Ezio Zermiani e poi tanti giovani e Giorgio Celli e bolzanini amici e no. "Io qui sono a casa" dice Gruber. Anche se da qui se ne è andata perché qui non si poteva fare quello che lei desiderava. "Ma magari tornerò a starci". E intanto a scriverci. Mesi di ricerche per "Tempesta". Archivi, diari, parenti lontani da risentire per capire se quella tal lettera era rimasta in casa..

"Ho voluto far capire - dice - che nonostante i tempi difficili la responsabilità delle scelte è sempre individuale". E che scelte allora. E che mondo, il nostro, così tutto dentro i suoi equilibri delicati. All'Athesia Lilli entra, parla in dialetto col responsabile poi guarda i suoi lettori e chiede "parlo tedesco o italiano?". E così è "Tempesta". Tutto dentro un precario sentimento di frontiera, così incomprensibile altrove. E, parlando di quegli anni divisi tra due dittature, un libro intriso di quella percezione molto sudtirolese, divisa tra senso di colpa, pudore e vittimismo. Dentro quella zona d'ombra in cui torti e ragioni si confondono e lasciano spazio al dubbio di essere ancora a mezza via.

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