Liste d’attesa interminabili Ecco la ricetta dell’Asl

Più medici ma anche disincentivi per le visite prioritarie ritenute inappropriate Si cercherà di contrastare il fenomeno di chi si prenota ma poi non si presenta


di Davide Pasquali


BOLZANO. L’Asl ammette nero su bianco l’esistenza delle liste d’attesa troppo lunghe e tenta di correre ai ripari. Se n’è parlato per ore durante una riunione della commissione paritetica per la libera professione intramoenia. Le soluzioni? Più medici, più visite, disincentivazione delle visite inappropriate, iniziative per contrastare il fenomeno del drop out (chi non si presenta alla visita prenotata), maggiore organizzazione.

Il fenomeno del progressivo incremento dei tempi di attesa, ammette l’Asl, esiste: «È determinato da molteplici fattori dei quali alcuni possono essere definiti come interni al sistema sanitario altoatesino». Ossia: difficoltà di reperimento di medici specialisti, riduzione della quota percentuale del tempo dedicato all’attività ambulatoriale a seguito dell’entrata in vigore delle norma sull’orario di lavoro e i riposi obbligatori, insufficiente sviluppo dell’integrazione informativa e dei programmi gestionali per l’attività ambulatoriale nelle diverse strutture dell’Asl, limitata integrazione gestionale delle prenotazioni a livello aziendale per mancata estensione del Centro unico di prenotazione provinciale.

«Nonostante tali fattori limitanti - spiega l’Asl in una nota interna - il numero complessivo delle prestazioni ambulatoriali, al netto delle branche di radiologia e laboratorio, nel 2016 ha conosciuto un incremento del 5% grazie in particolare ad interventi a garanzia di una maggiore precisione della codifica e classificazione delle visite». Per quanto riguarda invece il versante esterno, l’Asl rileva come negli ultimi anni sia cresciuta costantemente la domanda di prestazioni, pressoché in tutte le branche specialistiche. «Tale aumento della domanda appare tuttavia gravato di una quota non trascurabile di inappropriatezza». In assenza di studi sistematici effettuati a livello locale e basandosi su rilevazioni effettuate in alcune strutture ospedaliere, nonché ai dati nazionali, «si può stimare che la quota di inappropriatezza prescrittiva, per quanto attiene alla prescrizione di visite prioritarie, oscilli tra il 10 e il 40%». Prendendo in esame le diverse discipline specialistiche risulta che nel 1° semestre 2017 le maggiori criticità relative a tempi di attesa superiori ai 60 giorni riguardano in modo diffuso un numero secondo l’Asl limitato di branche: oculistica, dermatologia, endoscopia digestiva per colonscopie, chirurgia vascolare, otorinolaringoiatria, endocrinologia, neurochirurgia, neurologia, ortopedia, fisiatria, pneumologia, reumatologia e urologia. Occorre inoltre rilevare, spiega più avanti l’Asl, «come il dato relativo al superamento dei 60 giorni del tempo di attesa appare non sempre indicativo di particolare criticità, essendo rilevato in modo puntuale sulla singola struttura erogatrice o unità operativa, a prescindere dalla presenza nel territorio del Comprensorio di ulteriori punti di erogazione caratterizzati da tempi di attesa inferiori». Tale fenomeno, si ammette, non è sufficientemente preso in considerazione o contemplato dalle linee guida aziendali «con la conseguenza che si assiste a tempi di attesa molto differenti all’interno di singoli Comprensori sanitari».

A parte altre contromisure che potrebbero essere introdotte in futuro - come la sospensione dell’attività intramoenia, che però al momento è stata evitata (costituisce solo l’1% delle visite è quindi è stata ritenuta ininifluente sul fenomeno) - per il momento l’Asl intende avviare un programma i cui primi effetti, si spera, si vedranno a inizio 2018.

In particolare «si agirà sul versante dell’offerta di prestazioni con un incremento dei volumi nei settori caratterizzati da maggiore criticità. È prevista l’acquisizione di ulteriori unità di personale medico specialista; verrà riorganizzata l’attività ambulatoriale con una chiara distinzione delle prime visite dalle visite di controllo. Sono inoltre previste iniziative per contrastare il drop-out (l’abbandono) dei pazienti che non si presentano alla visita prenotata, nonché misure disincentivanti per le prestazioni classificate come inappropriate. Appositi gruppi di lavoro si stanno occupando della revisione dei criteri prescrittivi (Rao) per le branche di radiologia e gastroenterologia. Si è infine rilevato che la tempistica per l’esecuzione delle visite specialistiche risulta alquanto diversa nei diversi Comprensori. Un primo obbiettivo è quindi quello di rendere omogenei contenuti e tempi di visita.

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