il caso

Lo sfogo a 93 anni: «Da tre mesi sono senza telefono e internet»

Ada Vita chiede aiuto: «Sono disabile e senza Internet non riesco a fare i pagamenti online. Aiutatemi»



BOLZANO. «Ho 93 anni, esco di casa col carrellino e chiedo aiuto a voi del giornale perché da giugno sono senza linea telefonica. Per me - disabile ma badate bene che non mi sento affatto vecchia - impossibile vivere senza Internet che mi tiene attaccata al mondo e col quale riesco a fare tutti i bonifici online sfruttando l’homebanking. E poi non mi funziona il fax e nemmeno la segreteria!».

Ada Vita, insospettabile “nata digitale”, personaggio più che conosciuto per la sua pluriennale attività di infermiera volontaria della Croce Rossa, autrice tra il resto de «Il mio "segreto" diario di guerra», serie di appunti raccolti a Bolzano tra la fine del 1942 e il luglio del 1945, non sa come uscirne. E così lei, abituata ad offrire una mano agli altri, ne chiede una per sè. Ma che è successo signora? «A giugno ho lasciato una compagnia telefonica per l’altra perché c’erano alcune cose che non mi garbavano. E così - con l’aiuto del Ctcu (Centro tutela consumatori) - ho salutato Vodafone per Tim. Non l’avessi mai fatto... da 3 mesi telefono e Internet sono muti e non ci sono appelli che tengano.

Ho mandato raccomandate a destra e manca, le compagnie mi riempiono di promesse, mi dicono che devo stare calma ma non ho visto ancora un tecnico che sia uno. Col telefono mi sono in parte salvata - ho un cellulare che va con la ricaricabile (che tra il resto continuo a scaricare) - ma per Internet la questione è seria anche perché non sono riuscita a pagare le spese di condominio, lo stesso è successo per l’assicurazione e per tutta un’altra serie di bonifici. E non va affatto bene perché mi arrivano le lettere di mancato pagamento. E poi sono senza fax, senza segreteria e non amo vivere fuori dal mondo». No, non è il tipo. «Per cui adesso approfitto del giornale. Magari stavolta Tim si muove. Comunque io non mollo».

Non c’è da stupirsi. La signora Ada non si è mai arresa. Da ragazza, appena ventenne, corse enormi rischi quando annotava quello che accadeva a Bolzano di giorno in giorno. «Se i tedeschi mi avessero scoperta avrei passato guai seri, tuttavia sentivo il bisogno di raccontare quei fatti. Erano diari da dieci centimetri per sei, messi insieme alla buona, realizzati con carta di recupero tenuta insieme da un pezzo di spago». E oggi il suo libro ripropone memorie redatte su taccuini di fortuna, in cui Ada Vita ha raccontato la fame, i bombardamenti, i sacrifici e i disagi affrontati dalla popolazione di Bolzano durante la seconda guerra mondiale. L'opera è divisa in tre parti: diari e appunti, corrispondenza e ricordi successivi al tre maggio 1945, ovvero quando gli americani entrarono a Bolzano. Con il suo testo, Ada Vita entrò tra i finalisti del concorso nazionale Premio Pieve 2006. La vogliamo aiutare col telefono? (v.f.)













Altre notizie

Attualità