Lutto nella musica addio al Maestro Fabio Neri 

Insegnava da 30 anni al Conservatorio, era stato anche direttore dell’Orchestra del Monteverdi. Aveva 63 anni



BOLZANO. «Sento ancora la sua voce - dice commosso Giacomo Fornari - era inconfondibile... In anni e anni a Bolzano, non aveva perduto nulla della sua straordinaria cadenza toscana. Preparazione, passione, coraggio: ecco cos'era Fabio Neri». Il direttore del conservatorio ha un filo di voce mentre parla del grande maestro appena scomparso. E "grande" e "maestro" sono appunto le due parole che più ricorrono nei ricordi dei tanti allievi che lo hanno avuto come docente al Monteverdi. Più di trent'anni nelle sale e nei corridoi del conservatorio hanno lasciato una sua traccia indelebile, dicono anche i suoi colleghi musicisti. Di formazione oboista, Fabio Neri era arrivato a Bolzano per insegnare. Ma ha finito per fare tanto altro. Passando dall'oboe alla direzione, aveva infatti diretto per anni proprio l'orchestra del Monteverdi. Ma il suo carattere e la sua personalità, fortissimi, lo avevano presto indotto a percorrere strade inusuali. «Inseguiva sempre percorsi alternativi - dice ancora Giacomo Fornari - mettendo in campo il suo grande coraggio di sperimentatore mai stanco. Era, certamente, anche molto poco diplomatico. In questo, facendo emergere la sua toscanità...». Poca diplomazia che significava, alla fine, ricerca della verità, passione per le cose che intraprendeva e , dunque, possibilità di raggiungere il traguardo senza mai pensare troppo alle forme. Moltissimi suoi allievi ricordano come "straordinarie" le sue lezioni. E tanti bolzanini pensano altrettanto delle sue introduzioni, dei suoi commenti fatti in coppia proprio con Fornari, ai concerti delle grandi orchestre europee che transitavano per Bolzano. Soprattutto la giovanile europea. «Un contrappunto, quello nostro - ricorda il direttore del Conservatorio - che ho ancora nel cuore e che so già che mi mancherà tantissimo». Notevoli i suoi percorsi fuori dalla scuola. Come quando portava i suoi orchestrali o i ragazzi delle classi all'ospedale o nei centri psicologici a testimonianza della sua sensibilità e prontezza nell'attivare vie attraverso cui la musica entrava in contatto con situazioni e ambiti dalla forte connotazione politica e sociale. La musica come lingua universale, capace di mettere insieme la vita e le esperienze di tutti. Fabio Nero dall'oboe alla direzione d'orchestra e nell'ultima parte del suo lavoro al conservatorio anche la docenza in «insieme di strumenti a fiato», una delle materia obbligatorie nel percorso didattico del conservatorio. Poi, negli ultimi mesi, la malattia. Sempre più invincibile. Fino alla morte a soli 63 anni. Fabio Neri lascia la moglie Carla e due figli. Carla, anch'essa docente al conservatorio bolzanino, insegnante di musica e pianista. «Insieme formavano al Monteverdi e nella vita una coppia molto musicale...» dice ancora Fornari. I funerali si svolgeranno domani, giovedì, alle 14 a San Domenico. (p.c.)













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