M49, scorpacciata di miele Distrutte le arnie sotto Lavazé 

L’orso in fuga. Il plantigrado ne ha “aperte” quattro delle otto che l’apicoltore Maurizio Delmarco di Varena  aveva messo vicino alla strada che sale al passo. È probabile che si stia spostando ora verso Pampeago-Obereggen


Antonella mattioli


Bolzano. «Domani mattina (oggi, ndr) vado alla Forestale, oltre che per denunciare la perdita di quattro arnie, a chiedere se è possibile avere il filo elettrico. Non ci sono altre possibilità per difendere le api dall’assalto dell’orso». Maurizio Delmarco, 67 anni apicoltore di Varena, è demoralizzato e preoccupato al tempo stesso: un plantigrado - quasi sicuramente M49 fuggito il 15 luglio dal Casteler - nella notte tra sabato e domenica gli ha distrutto quattro arnie delle otto che aveva portato in località “Cava del bus”, sulla strada che, dopo il bivio di Stava, sale a passo Lavazè. A conferma che in questi giorni l’orso più ricercato d’Italia si trova nella zona del Lavazè, al confine tra Trentino e Alto Adige. Ed è possibile che si stia spostando verso Pampeago-Obereggen.

Venerdì, vicino a malga Ora, frequentata in estate dagli escursionisti e in inverno dagli appassionati di sci da fondo, erano state trovate le impronte dell’orso. La traccia lasciata sul terreno morbido delle zampe è stata rilevata da una guardia forestale di Trento e inviata al Servizio provinciale competente da dove è arrivata la conferma: compatibile con M49.

Tra venerdì e sabato notte l’orso - capace di macinare decine di chilometri in poche ore - è sceso da malga Ora, a quota 1875, sul versante trentino. Attraversando i boschi distrutti, a fine ottobre, dalla tempesta Vaia.

Attirato dall’odore del miele, il plantigrado ha individuato le otto arnie di Delmarco.

Apicoltore per passione - che nell’apiario di Varena ha un’altra settantina di arnie - Delmarco intorno alle 20 di sabato era andato a portare alle “famiglie” del candito (nutrimento per le api, ndr).

«Intorno - racconta - era tutto tranquillo. Ho messo il candito nel nutritone e sono tornato a casa. L’orso deve essere passato intorno alle 23, massimo mezzanotte. Il nutritore era ancora quasi pieno di candito, segno che le api non hanno neppure fatto in tempo a mangiarlo».

A dare l’allarme è stato il consigliere comunale Alex Polesana, delegato al miglioramento ambientale nell’ambito dell’agricoltura e delle foreste, e rettore della riserva di caccia: stava osservando alcuni camosci presenti nell'area e come sempre ha dato un’occhiata anche alle arnie di Delmarco. Di otto quattro erano distrutte.

È stata immediatamente informata la forestale trentina e Paolo Scarian, falegname fiemmese, grande appassionato in particolare di lupi che ha creato anche un gruppo facebook (fiemme e fassa il ritorno del lupo, ndr). «Visto che sabato - racconta - avevamo fotografato le orme dell’orso a malga Ora, ho voluto capire se a distruggere le arnie era stato il plantigrado. Ho avuto la certezza quando ho trovato gli escrementi; non tracce di impronte, perché il terreno in quel punto è secco. I forestali hanno quindi confermato i sospetti. Hanno infatti rinvenuto successivamente i peli e una “zampata” su un foglio cereo».

«Per ora - dice Paride Gianmoena, sindaco di Varena - non ho registrato particolare allarme tra i cittadini. Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni».

Molto più preoccupato il consigliere Polesana, che oltre ad occuparsi della riserva di caccia è anche un allevatore e il suo gregge di pecore nei giorni scorsi si trovava poco distante da malga Ora: «Adesso la paura c'è. Per i lupi ormai qui in zona ci siamo attrezzati, per gli orsi no».

Il lupo è il principale “indiziato” dell’uccisione di cinque pecore all’Alpe di Siusi, in località "Tschapit": «È quasi certo - dice l’assessore provinciale Arnold Schuler - stiamo facendo le verifiche».

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