Maltrattamenti all'asilo: 30 parti civili

Una trentina di parti civili: in sostanza quasi tutti i genitori interessati hanno deciso di costituirsi in giudizio contro le due maestre d'asilo accusate di aver maltrattato i bambini che avevano in custodia


Mario Bertoldi


BOLZANO. Una trentina di parti civili: in sostanza quasi tutti i genitori interessati hanno deciso di costituirsi in giudizio contro le due maestre d'asilo accusate di aver maltrattato i bambini che avevano in custodia. Ieri il processo è stato subito rinviato al 14 febbraio. In aula (davanti al giudice Christine Erlicher) sarà subito battaglia. Già ieri gli avvocati di difesa hanno depositato una serie di contestazioni preliminari eccependo l'eccessiva genericità del capo d'imputazione.

«Gli imputati hanno diritto di conoscere nel dettaglio di cosa debbono rispondere - puntualizza l'avvocato Alessandro Tonon, uno dei difensori - a fronte di capi d'imputazione non precisi è sempre difficile difendersi». Gli avvocati intendono dunque chiedere subito la riformulazione del capo d'imputazione con conseguente riapertura dei termini per il deposito delle liste dei testimoni a discarico. Contro le due insegnanti e l'asilo di via Bari 3 (gestito dalla cooperativa «La coccinella») a chiedere giustizia saranno in aula gli avvocati che rappresentano tutti i genitori interessati al caso.

Si tratta degli avvocati Mauro De Pascalis, Giovanna Stabile e Christian Aureli. Sosteranno che i bambini, a seguito del presunto comportamento anomalo delle due insegnanti, hanno subìto piccoli trami di carattere psicologico. E le richieste risarcitorie rischiano di essere rilevanti. «Tutti i bambini avevano assunto atteggiamenti diversi dalla loro indole» spiega l'avvocato Mauro Depascalis secondo il quale il processo metterà in luce quello che i genitori sostengono da quando il caso è finito al vaglio dei carabinieri: ai bambini venivano riservati trattamenti inadeguati.

«Questa vicenda è venuta alla luce un po' alla volta sulla base dei racconti dei singoli genitori che si sono parlati e si sono resi conto che gran parte dei bambini di quell'asilo avevano tratti comportamentali completamente modificati come pianti improvvisi e ingiustificati o la paura del buio» spiega ancora l'avvocato Depascalis. Le due imputate, Barbara Infantino di 25 anni e Cristina Torboli di 38 anni, hanno sempre negato in toto il teorema d'accusa della Procura.

Il processo è indiziario e saranno proprio le testimonianze a deciderlo. In effetti dalle carte del procedimento emerge un quadro probatorio del tutto anomalo, frutto più che altro di divergenti valutazioni di fatti realmente avvenuti nell'ambito della normale attività dell'asilo nido di via Bari. C'è un episodio, ad esempio, sul quale accusa e difesa si daranno battaglia sin dalle prime battute processuali. Si tratta delle coperte utilizzate per coprire il viso dei bambini messi a dormire nel primo pomeriggio.

Le insegnanti Infantino e Torboli ammettono di aver utilizzato l'escamotage della coperta sopra il viso per agevolare il sonno dei piccoli, in assenza di una tenda che potesse oscurare la camera. Contestano però in maniera decisa che si trattasse di un'azione in qualche maniera punitiva. Un altro punto riguarda la cosiddetta «sedia camomilla» o «sedia del pensiero».

Alcuni genitori hanno sostenuto che i loro figli erano stati costretti a rimanere seduti con la faccia rivolta contro il muro. In realtà - su indicazione di esperti psicologi - si sarebbe trattato di un tentativo di far meditare i bambini coinvolti in episodi spiacevoli o violenti con altri piccoli.

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