Mamma orsa e 3 cuccioli fra le auto

Emozionante incontro in mezzo al traffico in Trentino. Uno dei piccoli è albino. L’esperto: «Una rarità»



BOLZANO. Nemmeno la fantasia di uno sceneggiatore avrebbe immaginato una scena simile. Una lunga fila di macchine ferme per fare attraversare la strada alla più atipica delle famiglie: una mamma orso e tre cuccioli, di cui uno bruno, il secondo leggermente più chiaro e il terzo albino. L’incredibile episodio è accaduto domenica mattina verso le 11 in Trentino, sulla statale tra Cadine e Vezzano. Per prima è passata la mamma che, appena superato il manto stradale, si è girata e alzata sulle zampe posteriori per controllare che i suoi tre piccoli la stessero seguendo, cosa che in effetti hanno disciplinatamente fatto.

L’avvistamento è stato assolutamente fuori dalla norma. Primo perché è avvenuto di giorno, secondo perché un orsetto, il terzo, era albino: altra circostanza molto rara. A confermarlo è Maurizio Zanin, dirigente del servizio Foreste e fauna della Provincia di Trento: «È un fatto non ordinario: normalmente gli animali scelgono altri orari per attraversare zone ad elevata frequentazione. Si preparano in serata e passano durante la notte, con il buio».

Allora come si spiega la sortita di mamma orsa? «Bisogna capire cosa c'è stato a monte - risponde Zanin -.Può dipendere dal fatto che la zona sottostante sia coltivata, quindi frequentata da persone, e lei si sia trovata nella necessità di anticipare l’attraversamento. Non abbiamo la conferma genetica ma quell'orsa è un animale schivo, non ha mai avuto comportamenti problematici e normalmente si sposta fra i due versanti della Paganella e del Bondone».

Un altro mistero, per ora, riguarda la gradazione di colore tra i cuccioli, ma Zanin conta di risolverlo a beve. Il primo indiziato della paternità è il plantigrado albino avvistato mesi fa non lontano da quella zona. «Potremo dirlo solo quando avremo in mano i reperti genetici dei piccoli», afferma il dirigente. «Conosciamo il patrimonio genetico sia della femmina che dell'orso bianco, avvistato in Paganella e poi spostatosi sullo Stivo. Appena avremo quelli dei piccoli potremo saperlo. Per quanto ne sappiamo ora potrebbero anche essere fratellastri».

Al dna degli animali si risale grazie a quelli che i tecnici chiamano «reperti», cioè le fatte (o escrementi) e i peli che lasciano predando nei pollai o sui grattatoi disseminati dalla Provincia. Non ci dovrebbero essere dubbi invece sul fatto che il padre sia unico, nonostante la differenza di colore nel mantello dei fratellini.

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