Maneggio, per salvare la scuola equitazione c’è il ricorso al Tar

Ferrari: «Chiederemo al giudice di sospendere l’ordinanza È l’unica strada possibile, visto che il sindaco non ci riceve»



BOLZANO. «Abbiamo chiesto un incontro al sindaco - spiega Mauro Ferrari, uno dei soci che siede nel consiglio della società Bolzano Equestrian Center - per programmare una serie di interventi che consentano al Comune, proprietario dell’impianto, di mettere a norma il maneggio e contemporaneamente tenere aperta la scuola di equitazione - l’anima della struttura con una sessantina di bambini che la frequentano ogni giorno - ma Spagnolli ci ha risposto picche. Ci ha fatto sapere che prima delle elezioni non se ne parla. Non possiamo però permetterci di aspettare fino ad allora, l’ordinanza dello stesso Spagnolli prevede la chiusura della scuola a partire dal 9 marzo».

A questo punto cosa farete?

«C’è un’unica strada per cercare di evitare la fine del maneggio: presentare subito un ricorso al Tar e chiedere la sospensiva dell’ordinanza. Il nostro timore è che la chiusura per sei mesi dell’impianto, per consentire i lavori di ristrutturazione, decretino di fatto la fine dell’impianto. Se così non fosse, si troverebbe sicuramente un compromesso per dare nel giro di pochi giorni l’agibilità alla tensostruttura, dove da 22 anni si tengono le lezioni. Stesso discorso per la letamaia chiusa alcuni giorni fa, perché dovrebbe essere coperta, ma nonostante le promesse il Comune non ha mai fatto nulla».

Se non arriverà la sospensiva del giudice dunque, dal 9 marzo la scuola di equitazione verrà chiusa e per i bambini - i più piccoli hanno quattro anni - sarà un duro colpo visto il rapporto che si instaura tra l’animale e i piccoli.

Contro la chiusura dell’impianto sono già state raccolte un migliaio di firme. Inoltre il 62% di coloro che hanno partecipato al sondaggio- in tutto 483 persone - sul nostro sito online www.altoadige.it chiedono che venga trovato un compromesso per evitare la chiusura; solo il 10% chiede che l’impianto venga chiuso per consentire i lavori; il 17% sostiene che il Comune debba investire nel risanamento dell’impianto, mentre per un 11% la struttura dell’Agruzzo va chiusa definitivamente perché non serve.













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