Maratona: il keniano Silas trionfa nel cuore di Bolzano
Cavalcata solitaria da Merano al capoluogo. Secondo Mühlbauer e terzo il trentino Riccardo Baggia, 1.200 i partecipanti al via
BOLZANO. Silas, un uomo solo sulla "Me - Bo" capace di ammazzare la prima maratona da Merano a Bolzano già dopo poco chilometri. Epilogo già scritto in partenza per la 17esima edizione della "Maratona Internazionale dell'Alto Adige" che ieri per la prima volta nella storia si è svolta lungo la valle dell'Adige tra la città termale ad il capoluogo altoatesino. Una maratona senza emozioni, senza colpi di scena con il vincitore che taglia il traguardo con quasi venti minuti di vantaggio sul secondo. Incredibile.
Prima di soffermarsi sulla cronaca della gara maschile, sinceramente nulla, onore al successo dell'arcense Federica Ballarini che ha rispettato in pieno il pronostico della vigilia.
Tralasciando l'aspetto sportivo, l'edizione 2010 della maratona più a nord d'Italia che da quest'anno dovrebbe essersi trasferita definitivamente dalla Bassa Atesina a Bolzano (con partenza da Merano) è stata un successo per quanto concerne l'atmosfera, l'emozione di correre tra le montagne e per aver richiamato complessivamente quasi 1200 persone. Hanno faticato sulle strade dell'Alto Adige parecchi concorrenti provenienti da Oltrebrennero.
Una giornata all'insegna del running che per molti è iniziata quasi all'alba con la levataccia per trasferirsi (anche in treno) fino alla partenza della maratona posta nel piazzale antistante le Terme di Merano.
Pronti alle ore 9 ai nastri di partenza, per affrontare la mitica distanza dei 42,195 chilometri, si sono presentati in oltre 400, alcuni all'esordio. In alcuni dei paesi attraversati, da Marlengo a Cermes, da Lana a Gargazzone passando per Postal, sono stati allestiti dalle varie associazioni punti ristoro per la carica dei 400 maratoneti.
L'organizzazione guidata da Alfred Monsorno è stata perfetta, clima ideale anche se un po' freddino, e percorso abbastanza pianeggiante nonostante qualche metro di dislivello di troppo nella parte iniziale.
Quello che ieri è però mancato è stato l'aspetto prettamente agonistico. Dei due keniani ingaggiati solo uno si è presentato al via. Silas Kiprop Rutto pochi chilometri dopo lo start era già solo al comando con parecchi secondi di distacco sugli "avversari". Al transito di Marlengo il vantaggio era già superiore al minuto, per salire a oltre cinque minuti all'altezza di Postal. A Bolzano i passanti (pochi) di tanto in tanto s'accostavano alle transenne per capire l'andamento della gara. Semplice. Rutto non aveva nessun rivale tanto da attraversare solo, con l'autovettura che sparava il tempo della sua fatica qualche metro davanti. E gli altri ? Erano distanti non secondi o minuti, bensì viali e corsi interi. Passato Silas poi il vuoto. Un po' di battaglia per il secondo posto tra il tedesco Hans Mühlbauer e il trentino Riccardo Baggia. Al termine è riuscita a spuntarla il teutonico che alla Fiera è entrato un minuto prima del noneso. Quarto, ma a quasi cinque primi dal podio il fassano Alessandro Vuerich ma il crono è superiore alle 2 ore 42'.
Ma chi è il vincitore ? E' un buon mezzofondista non propriamente maratoneta (personale di 2h16') che il 26 settembre scorso ha festeggiato il suo 26esimo compleanno. Silas, che in Italia vive nella zona della Franciacorta e fa parte del gruppo di lavoro del professor Gabriele Rosa, spesso lo troviamo nelle prime posizioni delle corse su strada nostrane. Nelle ultime estati si è allenato anche sull'altipiano dello Sciliar assieme ai suoi connazionali. Appartiene alla tribù di Marakwet, la stessa di tre grande dell'atletica su pista come il "mago delle siepi" Moses Kiptanui, Ezekiel Kemboi e il compianto Richard Chelimo già primatista mondiale dei 10.000 metri. Nel palmares di Silas Kiprop Rutto spiccano tre partecipazioni alle World Athletics Final con piazzamenti lontani dal podio.
Ora bisogna però riflettere se quanto visto tra Merano e Bolzano è stato un positivo biglietto da visita per la maratona che anche nei prossimi anno dovrebbe svolgersi su questo asse. E' meglio una gara anonima come quella di ieri (è inutile ingaggiare uno o due keniani) oppure contattare più africani e atleti di livello internazionale per animare la manifestazione ?
C'è un anno per pensarci.
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