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Mario Tozzi si appella ai bolzanini: «Siate più sostenibili»

Il divulgatore scientifico: «Bocciare il tram e cercare nuovi terreni per costruire sono scelte che non guardano al futuro»



BOLZANO. «Ma sul serio voi a Bolzano avete bocciato il tram in un referendum?». Ebbene sì. Mario Tozzi resta, come si dice, basito di fonte a questa notizia. Non lo sapeva. Adesso che lo sa, guarda a Bolzano, ma soprattutto ai bolzanini con altri occhi. Li definisce con un aggettivo poco gentile, sinonimo di “primitivi”. In senso eco, naturalmente. «Hanno detto che fa rumore? Ma come, è elettrico, non inquina, i binari adesso sono più silenziosi di un fruscio. E allora beccatevi i bus su gomma…».

Tozzi, geologo, saggista, divulgatore scientifico, autore di programmi ad alto indice di ascolto in tv come “Sapiens”, è così, si scalda subito quando gli si mettono davanti questioni che riguardano la qualità della vita sostenibile e che invece si sceglie di rendere ancora e sempre insostenibile. Bocciando tutto quello che non è auto, trasporto privato, più strade e meno ciclabili, costruire su terreno ancora vergine e tutto il resto.

Partiamo dal tram?

Mi ridica: c’è stato un referendum e i bolzanini hanno detto no al mezzo più moderno oggi in circolazione, quello che tutte le città fanno a pugni per portarselo a casa?

Sì, è andata così.

Sono stupito. Pensavo che gli altoatesini e i bolzanini fossero più svegli. Mi immaginavo gente attenta alla qualità dell’aria e a tutto il resto e invece… Ma chi l’ha deciso il referendum, il sindaco?

Il sindaco lo voleva, il tram. Ma ci sono state firme, comitati. Sa come va in questi casi no?

No, non lo so. A parte che se una giunta mette nel suo programma il tram, il tram si fa. A Milano si è deciso per le ztl e le ztl si sono fatte. E da voi?

Ogni volta che si propone qualche piccola via col limite dei 30 all’ora succede un putiferio. Lo immaginava?

Beh no. Se uno va a 30 all’ora arriva prima e inquina di meno. E fa meno rumore. Non sapevo che Bolzano fosse una città di gente che vuole solo andare in auto.

E adesso che lo sa?

Ho cambiato idea su di voi. Mi spiace. Vorrei dire che tutte le città civili al mondo, dalle piccole alle meno piccole, hanno un tram, tante ztl e quasi tutte i 30 all’ora nelle strade centrali. Evidentemente o non lo si è spiegato bene o la giunta non è decisa nel perseguire questi programmi. Oppure i bolzanini sono proprio indietro.

Tuttavia Bolzano, oltre alle strade, ha un altro problema: mancano le case e quelle che ci sono costano molto. Che si fa?

L’unica cosa da non fare è costruire.

Intende nuove case?

No, intendo che non si deve costruire su nuovi terreni. Non si deve costruire oltre quello che già c’è.

E allora da dove potrebbero arrivare gli alloggi? È stato calcolato che da qui al 2030 ne servirebbero migliaia di nuovi.

Chi lo ha detto? Un mago? Le case nuove si costruiscono nelle vecchie. Si chiama costruire sul costruito e non sprecare nuova terra. La terra è preziosa, se la si riempie di cemento è la fine. Ma non lo abbiamo ancora capito?

Che cosa?

Che se non si ferma questa progressione resteremo senza più aria, natura, pianeta. Quante sono le case sfitte?

Dicono qualche centinaio.

Secondo me di più. Ecco, vanno prese e messe in circolo. A questo serve la politica, a programmare uno sviluppo che si possa sostenere, non a cementificare tutto quello che c’è in giro. E se non bastano quelle sfitte, abbattiamo le vecchie e al loro posto costruiamo in modo ecosostenibile nuovi edifici, più spaziosi e con più appartamenti. Serve programmare e gestire lo sviluppo.

E i Comuni che dovrebbero fare?

So che la cosa più semplice è dare licenze edilizie e fare cambi di destinazione d’uso. A Bolzano abbondano tutte e due le cose mi dicono. Più faticoso studiare piani di sviluppo moderni e che guardino alla vita delle persone, ai ciclisti, ai pedoni e non solo agli immobiliaristi.

Parole dure.

Richiedo: quando è stato abbattuto l’ultima volta un edificio, o rialzato di più piani o demoricostruito? Poche volte, rispondo io subito. È così quasi ovunque. Si fanno scelte che si ritengono popolari e poi si finisce davanti ai veri problemi.

Che sarebbero?

L’Alto Adige è uno dei territori dove il rischio idrogeologico rispetto alla superficie supera il 90% dei terreni. Vedo che, invece, la montagna continua ad essere costruita: seconde case, alberghi a duemila metri, strade che arrivano ovunque con l’asfalto, auto sui passi e nei paesi.

I bolzanini protestano perché ci sono poche strade e quelle che ci sono si intasano e si finisce in coda.

E ci credo! Avete bocciato il tram che avrebbe portato silenziosamente e comodamente 400 persone a corsa. Ma non si capisce, ovviamente, che più strade significano più traffico perché se un’auto può andare sull’asfalto va, non si ferma. Meno strade induce invece a scegliere il trasporto pubblico, a richiederlo dove non c’è. E poi, capisco a Milano ma - mi dicono - a Bolzano la città si percorre in bici da cima a fondo in un quarto d’ora. Possibile che esista ancora chi boccia il tram e chiede strade?

Il futuro?

Basta proposte e risposte ipocrite. Guardate piuttosto i dati sull’inquinamento e sul rischio geologico. E invece chiedete di abbattere orsi e lupi. Siete strani… P.CA.













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