Marmotte abbattute assolto Durnwalder

Corte dei conti: la sentenza assolve anche l’ex direttore dell’Ufficio caccia e pesca Condannati a pagare 6 mila euro a testa per spese legali di contenziosi al Tar



BOLZANO. Il danno erariale causato dall’abbattimento di marmotte, stambecchi, volpi, tassi, era stato quantificato dal sostituto procuratore della Corte dei conti Alessia Di Gregorio in un milione e 158 mila euro o, in subordine, 265 mila euro: questi gli importi salatissimi dei risarcimenti chiesti, a fine ottobre, nella requisitoria a Luis Durnwalder ed Heinrich Erhard, all’epoca dei fatti presidente della giunta provinciale e direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia, difesi rispettivamente dagli avvocati Gerhard Brandstätter, Leonardo Di Brina e Domenico Laratta.

La sentenza. Ieri è stata depositata la sentenza: i giudici della Corte hanno assolto entrambi dall’accusa di aver causato un danno all’erario con l’abbattimento dei capi protetti, mentre hanno condannato Durnwalder ed Erhard a pagare, ma l’importo è modestissimo rispetto alle richieste dell’accusa, 6 mila e 192 euro a testa per le spese legali derivate da contenziosi persi, sempre sulla stessa materia, ma davanti al Tar.

A denunciare il presunto danno erariale erano state la Lav (Lega anti vivisezione, rappresentata dall'avvocato Mauro De Pascalis) e della Lac (Lega anticaccia, rappresentata dall'avvocatessa Monica Bonomini). Al centro del contenzioso un centinaio di decreti per l'abbattimento programmato di oltre 200 capi - marmotte, stambecchi, cormorani, tassi, faine, volpi - in Alto Adige nel periodo compreso tra luglio 2010 a giugno 2014, annullati dal Tar in seconda battuta in quanto ritenuti non sufficientemente motivati.

La difesa. Diverse le interpretazioni della sentenza. Questo il commento degli avvocati Brandstätter e Di Brina: «Secondo la Procura contabile, era stato cagionato un grave danno all’erario mediante la ripetuta ed illegittima autorizzazione all’abbattimento di selvaggina protetta. Ma il Collegio della Corte dei Conti ha assolto entrambi gli imputati da tale addebito. Ciononostante, la motivazione parzialmente insufficiente di alcuni decreti ha portato all’annullamento degli stessi da parte del Tar. Per questo, la Provincia ha dovuto farsi carico di spese processuali evitabili. Una parte di queste (6.192 euro ciascuno) dovranno essere risarcite da Durnwalder e Erhard: così ha statuito la Corte dei Conti».

Più che soddisfatto anche l’avvocato Laratta: «La Corte ha accolto in pieno le nostre argomentazioni: non c’è stato alcun danno all’erario derivante dall’intervento di “pulizia faunistica" effettuato nell'ambito di una politica ambientale che è d'esempio per il resto d'Italia».

La Lav. Completamente diversa l’interpretazione della sentenza da parte della Lav che parla a sua volta di vittoria: «La sentenza di condanna inchioda alle loro responsabilità l’ex presidente della Provincia di Bolzano e l’ex direttore dell’ufficio caccia e pesca, per aver emanato per anni decine di decreti che consentivano ai cacciatori altoatesini l’uccisione di migliaia di animali selvatici protetti dalle norme europee e nazionali. Decreti regolarmente impugnati dalla Lav avanti il Tar di Bolzano, e da questo sospesi per grave carenza di istruttoria e motivazione. Accogliamo con favore il fatto che i cittadini di Bolzano, grazie al nostro intervento, saranno rimborsati del danno economico procuratogli dagli ex vertici della Provincia -commenta Massimo Vitturi, responsabile Lav Area Animali Selvatici - ma con ancora maggiore soddisfazione registriamo la conferma che i decreti di abbattimento in deroga degli animali protetti erano stati emessi in modo illegittimo»













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