Medico sotto processo per la borsa di studio

La Procura delle Corte dei conti contro la dottoressa Silvio Piombino Rischia di dover restituire i 55 mila euro ricevuti per le specializzazioni


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Alcune collaborazioni nei fine settimana con Croce Bianca e Croce Rossa rischiano di costare care ad una dottoressa del reparto di rianimazione dell’ospedale di Bolzano che è stata citata davanti alla Corte dei Conti per presunto danno erariale. Si tratta della dottoressa Silvia Piombino che ieri mattina ha affrontato l’udienza di merito davanti alla magistratura contabile. La Procura pretende il rimborso alle casse provinciali della borsa di studio (per complessivi 55 mila euro) che ha percepito nell’arco di tre anni (dal 2004 al 2007) per partecipare ad un corso di specializzazione nell’ambito della formazione di medicina generale. Si tratta di corsi di specializzazione a numero chiuso, a cui vengono ammessi medici con determinati requisiti professionali ma che, in virtù di una borsa di studio percepita, non possono assumere in quel periodo altri incarichi professionali nè incassare i relativi proventi. La dottoressa è accusata dalla Procura di aver agito con dolo, cioè di aver intenzionalmente nascosto all’amministrazione pubblica alcune collaborazioni che le avrebbero permesso di incassare (nell’arco di tre anni) 12 mila euro. Ieri mattina in aula il sostituto procuratore Alessia Di Gregorio ha confermato in pieno le richieste della Procura contabile contestando anche i rilievi dell’avvocato difensore Roberta Eccher sulla presunta prescrizione del danno erariale contestato. Ma la difesa ha contestato la posizione della Procura contabile anche nel merito. E’ vero che la legge prevede che percependo una borsa di studio per il corso di specializzazione non sono ammesse altre attività per evitare che il beneficiario del corso possa essere «distratto» da altre iniziative. Ma è anche vero - ha sottolineato l’avvocatessa Roberta Eccher - che l’attività contestata alla dottoressa Piombino sarebbe stata limitata a tre ore di collaborazione nei fine settimana (dunque non in sovrapposizione delle ore di apprendimento del corso) con Croce Bianca e Croce Rossa con cui già in precedenza collaborava per garantire i turni del servizio di soccorso. Tra il resto la dottoressa Piombino ottenne il pagamento della borsa di studio con assegni mensile sulla base delle certificazioni di frequenza del corso che fu perfettamente regolare per tutta la durata. Di qui la richiesta di rigetto delle istanze risarcitorie della Procura contabile. La difesa ha poi sottolineato che la magistratura penale ha già archiviato il procedimento (Pm Markus Mayr) avviato nei mesi scorsi con l’ipotesi accusatoria di truffa non essendo emerso alcun atto fraudolento.

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