Memoria: torna il viaggio per abbattere i confini 

Saranno 164 i giovani altoatesini coinvolti nel progetto che porta a Auschwitz Un lungo percorso per riflettere sulle atrocità della Seconda guerra mondiale


di Martina Igini


BOLZANO. “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripetere gli stessi errori”. Così scriveva il filosofo spagnolo George Santayana. Una frase che pesa ma che fa pensare. Una frase utilizzata anche all’interno del Museo di Auschwitz-Birkenau, per sensibilizzare il pubblico a riflettere profondamente sulle sensazioni che provano durante la visita ai campi di concentramento e soprattutto a parlare delle atrocità che furono commesse durante la Seconda Guerra Mondiale, affinché queste non si ripetano in futuro.

Le parole di Santayana sono senza dubbio quelle che meglio descrivono l’obiettivo del progetto “Promemoria Auschwitz”, un’iniziativa euroregionale che negli ultimi anni ha coinvolto migliaia di giovani ragazzi in un percorso di formazione bilingue sulla storia del Novecento. Si tratta di un “viaggio” a più tappe che parte a novembre e “termina” a febbraio, portato avanti grazie all’impegno e alla devozione dei volontari delle associazioni Deina Alto Adige, Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste e Arciragazzi, con il sostegno della Provincia di Bolzano.

«“Promemoria Auschwitz” partirà tra qualche settimana con i primi cinque incontri di formazione storica sugli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale in Europa ma soprattutto nel nostro territorio», ha spiegato ieri Michele Dalla Serra, Presidente di Deina, nell’ambito della presentazione del progetto. I giovani partecipanti, di età compresa tra i 17 e i 25 anni, visiteranno il Campo di transito di Bolzano, la Sinagoga dei Merano e il Centro di documentazione di Piazza Vittoria. Dal 31 gennaio al 6 febbraio, il ragazzi saranno in Polonia, dove visiteranno i luoghi tragici e unici che sono i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, teatri delle peggiori atrocità nella storia dell’umanità. Questa sarà la “tappa” del percorso più dura da affrontare e soprattutto da accettare. Il vicepresidente della Provincia di Bolzano Christian Tommasini, che ha partecipato ad una delle edizioni del “Viaggio”, parla di un «percorso difficile», di un «lungo processo sentimentale contrassegnato da rabbia, dolore, tristezza, solitudine». La visita ad Auschwitz è però una tappa essenziale del processo formativo. Solo una volta che ci si trova immersi nella desolazione del campo si ha un’immagine più chiara dell’orrore che 6 milioni di ebrei, di rom e di sinti, di omosessuali e di oppositori politici hanno dovuto affrontare. Un orrore difficile da descrivere a parole, che i libri di storia non sono capaci di spiegare. Una volta tornati, i ragazzi saranno invitati a riflettere su ciò che hanno visto e sulle sensazioni che hanno provato nell’ambito di incontri conclusivi a cui prenderanno parte giovani provenienti da diverse regioni.

Quest’anno, il viaggio della memoria torna per la nona edizione e coinvolgerà 164 altoatesini e altrettanti giovani trentini e tirolesi. Informarsi, osservare, tramandare e soprattutto non dimenticare. Questo è ciò che viene “richiesto” a coloro che decidono di prendere parte ad un percorso che, con molta probabilità, rimarrà impresso nella loro memoria per sempre, che cambierà il loro modo di affrontare la vita e di guardare al futuro, tanto forti sono le emozioni che questo scatena.

Come spiega Verena Hafner, operatrice di Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste, «dal treno non si scende mai». L’elaborazione del viaggio continua per molto tempo perché, soprattutto per le nuove generazioni, atrocità del genere sono difficili da immaginare, da accettare. «Chi sale su questo treno diventa un cittadino più attivo e più consapevole ed ha un compito ben preciso: usare la propria conoscenza per fare in modo che atrocità simili non si ripetano mai più».

I ragazzi interessati al progetto possono candidarsi dal primo al 31 ottobre sul sito www.deina.it, inviando una lettera motivazionale.













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