BOLZANO

Mendicanti: 600 multe a Bolzano, solo una pagata

Caramaschi: «Ma resta l’ordinanza che punisce chi lo fa in modo molesto». La Caritas: chiedere l’elemosina è un diritto


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’ordinanza contro i mendicanti molesti a Bolzano resterà in vigore, perché non è in contrasto con la recente sentenza del Consiglio di Stato. A ribadirlo è stato ieri il sindaco Renzo Caramaschi, che ammette peraltro come la situazione in centro storico non sia affatto migliorata negli ultimi mesi. «Una volta sono stato io stesso a chiamare i vigili urbani perché ho notato un questuante che faceva l’elemosina al bancomat di piazza Municipio prendendo di mira tutti coloro che facevano prelievi. La polizia municipale lo ha allontanato, ma il problema è stato risolto solo per quel giorno».

I vigili urbani sono mobilitati da oltre un anno e hanno inflitto - spiega il sindaco - circa 600 sanzioni, ma solamente una di esse è stata regolarmente pagata. «Ma non dal mendicante di turno. Dalla signora - precisa il sindaco - che lo accompagnava».

Per il Comune sono maggiori i costi della resa. «Non c’è dubbio. Sulle spese incidono sia i costi fissi del personale che l’iter burocratico. Non possiamo fare altro che cercare di allontanare chi importuna la gente. Molti arrivano anche in treno, da Verona, e alle 18 non ci sono già più. Non posso dire se ci sia o meno un racket, di sicuro si tratta di una presenza fissa. E spesso poco garbata».

La sentenza. I giudici del Consiglio di Stato hanno stabilito che «non si può multare chi chiede l'elemosina senza infastidire alcuno». È stato accolto il ricorso dell'Associazione «Avvocato di strada» contro l'ordinanza del sindaco di Molinella (Bo),presentato al Presidente della Repubblica. Il sindaco - di un qualsiasi Comune - «non può colpire con provvedimenti punitivi chi si limita a chiedere l'elemosina senza infastidire nessuno e non può utilizzare lo strumento dell'ordinanza, concesso per contrastare situazioni di emergenza».

La Caritas: chiedere l’elemosina è un diritto. La sentenza è stata accolta con particolare soddisfazione dai direttori della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone Paolo Valente e Franz Kripp.

«La recente sentenza del Consiglio di Stato conferma quanto emerge dall’esperienza della Caritas diocesana, ovvero che multe e divieti non sono una riposta efficace al fenomeno del chiedere l’elemosina. Si tratta piuttosto di trovare il modo, nelle nostre città e nei nostri paesi, di convivere in modo pacifico con chi è costretto a chiedere aiuto, lasciando la libertà di domandare e mantenendo, come cittadini, la libertà di dare o non dare. Certamente sono da sanzionare comportamenti aggressivi e violenti da parte di chiunque. Per questo ci sono già le norme del Codice penale. La Caritas diocesana incoraggia tutti i Comuni che già hanno intrapreso questa strada a rinunciare definitivamente allo strumento dei divieti e a promuovere il reciproco rispetto tra le persone, così come richiede la complessità della società in cui viviamo».













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