Meningite B, protesta per il caro vaccino 

I genitori: costa 80 euro a dose. Una mamma: fino a pochi mesi fa gratuito fino ai 3 anni, oggi si paga 



BOLZANO. Meningite di tipo B i genitori protestano: «L'antidoto uscito da pochi mesi? Carissimo. L'Asl ci ha invitato a far vaccinare i nostri figli ma non ci ha mai detto che per la prima dose avremmo pagato un ticket di 80 euro e che dovremo fare pure la seconda e spendere per un altro ticket». Un gruppo di famiglie si lamenta del prezzo che considera eccessivo e chiede come mai la ricca Azienda sanitaria non lo rimborsi. Emanuela Pedevilla - pediatra di libera scelta, rappresentante per l'Alto Adige nella Rete vaccini nazionale Fimp e responsabile dell'area pediatrica nell'Ordine dei medici - ha più volte detto che l'Asl fa già tantissimo perchè la singola dose, in farmacia, costa anche più di 150 euro: «L'Azienda ne paga la metà e fa già un grosso sforzo credo che i genitori possano accontentarsi. Dopotutto si tratta della salute dei loro figli». Le proteste però non si fermano. «Lo scorso settembre - ci scrive una mamma, V.G. le sue iniziali, - mi sono recata al dipartimento d'Igiene per vaccinare, contro il meningococco B, la mia bambina di 18 mesi. Avrei dovuto già farle somministrare quel vaccino qualche mese prima, ma una serie di febbri/influenze/tosse etc. mi ha portato a posticipare l'appuntamento a quel momento. Con amarissima sorpresa ho scoperto che il vaccino nel frattempo era diventato a pagamento! E costa ben 80 euro a dose (che dovranno essere tre, dato che mia figlia ha meno di 24 mesi). Fino a due mesi prima, il meningocco B era gratuito per i bambini fino a 3 anni, e previsto nel calendario vaccinale entro quell'età; ora invece è gratuito solo per i nati nel 2017 (delibera della giunta provinciale n. 457/2017). In altre parole - continua la mamma - i bambini sotto i 3 anni, ma nati nel 2015 e 2016, che al momento della delibera della giunta provinciale n. 457 non avevano ancora ricevuto quel vaccino, ora se lo devono pagare. In una situazione come quella attuale, in cui si sbandierano con allarme i dati che dimostrano il calo drastico della copertura vaccinale e in cui si è addirittura arrivati a introdurre per legge l'obbligo vaccinale per tentare di contrastare il preoccupante fenomeno della fuga dalle vaccinazioni, la Provincia, invece di agevolare i propri utenti, diminuisce la tutela dei suoi piccolissimi assistiti. Peraltro, dato l'enorme costo che ha ciascuna somministrazione, solo chi ne ha le possibilità economiche potrà farlo ricevere al proprio figlio, mentre gli altri dovranno rinunciarci. Questo, in ultima ed estrema analisi, significa purtroppo che la Provincia ha fatto un passo indietro nella tutela della salute e, con riferimento a una particolare fascia di età, concorre alla diffusione di una malattia che invece si dovrebbe debellare». I genitori ritengono che si tratti di decisioni estremamente gravi perchè pregiudizievoli della salute dell'intera comunità. «E poi si legge che la Provincia di Bolzano è quella che registra le percentuali minori di vaccinati: ciò non stupisce, considerato quanto sopra. Mal che si vuole non duole, dice il proverbio. Peccato che chi ne pagherà lo scotto non sia chi ha preso le decisioni a monte. In una regione che funziona eccellentemente, rammarica scoprire gravi deficienze come questa. E dovrebbe far riflettere e agire chi rappresenta e lavora a difesa della salute dei cittadini». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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