«Meningite, io consiglio di vaccinarsi»

Bassot, dirigente del Servizio igiene: «I bambini e i giovani sono i più esposti al contagio, perché stanno spesso in gruppo»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «La morte della giovane - Susanna Rufi, 19 anni romana - uccisa da una forma fulminante di meningite deve far riflettere. Il mio consiglio, soprattutto ai giovani, è di vaccinarsi. Oggi c’è la possibilità di evitare di trasmettere ad altri il batterio della meningite e allo stesso tempo di non esporre se stessi al rischio di ammalarsi. Questa è una malattia che nelle forme più aggressive non dà scampo e anche in chi guarisce può lasciare conseguenze importanti a livello neurologico». Anna Maria Bassot, dirigente del Servizio igiene dell’Asl di via Amba Alagi - all’indomani del decesso della giovane romana e alla profilassi (somministrazione di un antibiotico) alla quale sono stati sottoposti i 120 altoatesini che come Susanna Rufi hanno partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù in Polonia - approfitta dell’attenzione del momento, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi della meningite e sulle possibilità che oggi ci sono per proteggersi.

A quali categorie lei consiglia il vaccino?

«Noi lo consigliamo innanzitutto ai bambini piccoli. Tanto che la Provincia, fino ai 24 mesi, dà gratuitamente il vaccino per la meningite di tipo C. Se si fa successivamente, si paga. Se non sbaglio sono 20 euro».

Parliamo dei giovani, perché sono più esposti?

«Perché stanno spesso in gruppo: l’esempio classico è quello delle scuole o delle caserme. Il meningococco vive nelle mucose del naso e della gola e può essere trasmesso attraverso il contatto prolungato e ravvicinato. Faccio un esempio: si chiacchiera e la trasmissione può avvenire attraverso le goccioline della saliva».

Lei consiglia il vaccino perché in Alto Adige si stanno registrando dei casi?.

«No. A metà degli anni ’90 siamo arrivati ad averne anche 30 all’anno di cui alcuni mortali. Adesso siamo nell’ordine di 4-5 all’anno. Il problema è che soprattutto i giovani si muovono, vanno a studiare fuori, viaggiano. Quest’anno c’è stata una forte incidenza di questa malattia in Toscana e lì è partita una campagna di vaccinazione. Il mio consiglio è a livello precauzionale. Io dico: quando ci sono le possibilità di evitare di ammalarsi, perché non approfittarne».

Che tipo di vaccino consiglia?

«Ce ne sono di due tipi e sono gli stessi che consigliamo anche a chi viaggia molto».

Ovvero?

«C’è il vaccino che copre dal rischio di contrarre quattro tipi di meningite (A,C,W,Y) per una durata di 4-5 anni e costa 14 euro. C’è un altro vaccino sempre per i tipi A,C,W,Y che dà una copertura doppia per tutta la vita: oltre ad evitare di contrarre il batterio; evita che il portatore sano lo possa trasmettere ad altri. Questo spiega il maggior costo: 49 euro, Da due-tre anni inoltre c’è anche il vaccino per il tipo B».

Per tutti questi vaccini quante dosi vanno somministrate?

«Tutti in dose unica».

Effetti collaterali?

«Si può avere un po’ di febbre o avvertire una sensazione di stanchezza. Cose banalissime, rispetto alle conseguenze, a volte mortali, causate dalla meningite».

Oggi però anche in Italia sta prendendo piede sempre più il partito di coloro che sono contrari alle vaccinazioni in genere.

«Ed è una follia perché si espone se stessi e gli altri ad enormi rischi. La gente comunque se informata correttamente sa cos’è giusto e cos’è sbagliato. Lo abbiamo visto anche con le zecche».

Ovvero?

«Abbiamo avuto nelle settimane scorse 7-8 casi di encefalite causati da zecche che fortunatamente da noi si sono risolti positivamente, ma purtroppo non sempre è così: le conseguenze a livello neurologico possono essere gravi e a volte permanenti. Chi frequenta certi posti, come la zona di Monticolo, si è fatto vaccinare».













Altre notizie

Attualità