Merano: Hotel Terme, l'asta slitta a luglio

Il peso del ricorso al Tar tiene lontani i possibili acquirenti


Giorgio Pasetto


MERANO. A pochi giorni dalla scadenza fissata dal bando, con una mossa a sorpresa la Provincia proroga a fine giugno il termine per la presentazione delle offerte per l'acquisto dell'hotel Terme. Motivo: il ricorso pendente tiene lontani i possibili acquirenti  La vendita dell'hotel Terme subisce una nuova e imprevista battuta d'arresto. A pochi giorni dalla scadenza fissata dal bando per la presentazione delle offerte relative all'acquisto delle quote di partecipazione della "Hotel terme Merano srl" - scadenza fissata per martedì, tra due giorni - con una mossa a sorpresa la provincia riapre i giochi prorogando il termine al 30 giugno. Nessuna comunicazione ufficiale sulle motivazioni che hanno ispirato l'inattesa mossa degli amministratori provinciali, anche se il gran parlare che si è fatto nei giorni scorsi attorno all'hotel - in particolare sulle norme a hoc varate dalla Provincia per aggirare i rischi del ricorso al Tar presentato da un confinante contro la prassi urbanistica che ha portato alla concessione di un aumento di cubatura della struttura - può far sorgere più d'un motivato sospetto. A suffragare le ipotesi sono le conferme di alcuni autorevoli "insider": il ricorso al Tar e il polverone che si è sollevato attorno all'intera vicenda non contribuiscono di certo ad avvicinare i possibili acquirenti. Insomma, per la vendita dell'hotel terme, al momento, non tira aria buona, e la provincia preferisce prendere tempo, far calmare le acque. Tra un paio di mesi, probabilmente sarà tutto più chiaro. Si saprà, ad esempio, l'orientamento della giustizia amministrativa e gli interessati potranno farsi avanti con qualche garanzia in più dalla loro parte.  Certo è che la proroga di altri due mesi contribuisce a prolungare l'agonia del progetto di vendita della struttura che, come si ricorderà, ha già subito l'onta del totale disinteresse in occasione della prima gara, oltre un anno fa, andata deserta.  Il prezzo a base d'asta era un anno fa e resta tutt'oggi 30,6 milioni di euro a fronte di un capitale sociale della srl valutato in 5,4 milioni. Saranno accettate solo offerte al rialzo. L'acquirente però, pagando quel prezzo, si aggiudicherà non solo l'hotel, ma anche la possibilità - una novità rispetto al bando del sorso anno - di aumentare di due piani la cubatura della struttura esistente. Mossa, quest'ultima, giocata proprio per invogliare i possibili investitori. E c'è chi già parla di importanti interessi da parte di multinazionali del gioco, che vedrebbero proprio di buon occhio lo sfruttamento dell'albergo meranese come primo passo verso l'apertura di un casinò in città. La possibilità di sfruttare la nuova cubatura fino a 8,2 metri cubi per metro quadro è contenuta in maniera esplicita nel bando di gara, ed è stata proprio questa novità a spingere un confinante, che evidentemente la ritiene illegittima, a ricorrere alla giustizia amministrativa.













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