«Mio padre malato di cuore Infettato e morto in reparto» 

Il racconto del figlio. «Si è sentito male il 24 novembre ed è stato ricoverato al San Maurizio con test negativo. Quattro giorni dopo è morto in Medicina per complicazioni legate al Covid»



Bolzano. «Nessuna voglia di fare polemica ma vorrei si sapesse cosa sta succedendo in ospedale e sottolineare come la vicenda di mio padre metta in evidenza come attualmente il ricovero sia per la cittadinanza estremamente pericoloso e dare il mio contributo da cittadino acchè l'Azienda sanitaria adotti ogni misura possibile perchè il San Maurizio sia un luogo ove le malattie vengono curate e non ove vengono trasmesse». Un lettore ci manda la sua esperienza, già comunicata alla direzione Asl, noi ne pubblichiamo una sintesi.

«Mio padre, invalido al 100 % e molto anziano, è stato ricoverato il 24 novembre in Pronto soccorso a Bolzano ed è morto in ospedale il 30 novembre per complicazioni legate al Covid.

Papà è stato prelevato da casa in ambulanza nella notte del 24 novembre in quanto aveva difficoltà respiratorie (presumibilmente dovute a scompenso cardiaco legate a stenosi aortica e fibrillazione come aveva detto il dottore). Il personale sanitario ne ha quindi consigliato il ricovero. Da allora non l’ho più rivisto. Mi risulta quanto segue. A un primo tampone effettuato in Pronto soccorso il 24 novembre papà è risultato negativo al Covid. La condizione di positività, emersa a seguito di un secondo tampone, è stata comunicata dal reparto di Medicina generale a noi familiari nel pomeriggio di sabato 28 novembre. Lo stesso giorno papà è stato trasferito nell’ala Covid del reparto di Medicina. É morto presumibilmente con la sola compagnia di una bombola di ossigeno tra le 2 e le 3 di notte di lunedì 30 novembre.

A fronte del fatto che non usciva di casa e non aveva contatti se non con sua moglie, me e l'assistente domiciliare - tutti con tampone negativo - è ragionevole presumere che si sia infettato in Medicina generale. Lo stesso giorno del decesso è apparso tra il resto sull'Alto Adige un articolo sull'eccessivo tasso di infezioni avvenute presso tale reparto. Mi ero recato sabato 28 novembre in Medicina verso l'ora di pranzo (prima di essere informato circa la sua positività al Covid) per parlare con gli operatori e avevo posto sullo stipite della porta all'infermiere proprio la domanda circa i protocolli di sicurezza Covid. Avevo posto tale domanda in quanto un altro signore, che come me aveva il padre ricoverato in Medicina, lamentava essere stato suo padre ricoverato nella stessa stanza insieme ad altra persona positiva al Covid

L'infermiere riferiva della difficoltà di ripartire i pazienti nelle camere a disposizione (di norma una stanza per 4 persone) evidenziando che:

1) in alcuni casi i pazienti venivano mandati dal Pronto soccorso in Medicina senza che vi fosse ancora nemmeno riscontro circa il test;

2) Il personale sanitario cercava di garantire comunque e sempre la sicurezza dei pazienti cosa tuttavia non agevole dato l'elevato numero di ricoveri e l'elevato afflusso di pazienti

3) Il test effettuato al Pronto soccorso non era comunque attendibile al 100%.

Viste le circostanze suesposte - riprende il nostro lettore - mi pare che nel caso di mio padre qualcosa non abbia funzionato. Non è mia intenzione puntare il dito contro la Sanità locale cui sono comunque grato visto che mio padre è stato tante volte curato molto bene. Conosco inoltre l'abnegazione e lo spirito di sacrificio con cui il personale sanitario del San Maurizio affronta ogni giorno la terribile situazione di crisi pandemica. Considero tuttavia mio dovere di cittadino oltre che di figlio segnalare alla direzione Asl come la mia esperienza metta in evidenza come attualmente il ricovero in ospedale sia per la cittadinanza estremamente pericoloso e dare il mio contributo da cittadino se non altro con la presente segnalazione acchè l'Azienda adotti ogni misura possibile perchè l'ospedale di Bolzano sia un luogo ove le malattie vengono curate e non ove esse vengono trasmesse. La sicurezza dei pazienti dovrebbe essere, dal mio punto di vista, garantita a maggior ragione nel caso di pazienti debilitati o fragili, come era mio padre, per i quali l'infezione Covid è particolarmente pericolosa visto lo stato di compromissione della salute esistente».















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