“Molestata dal dentista” Paziente poco credibile 

Il professionista è stato assolto. Il tribunale ha scelto la strada dell’insufficienza di prove Il processo ha stabilito che il medico si comportò in modo clinicamente corretto. Procura concorde


Mario Bertoldi


Bolzano. Forse era un processo che non avrebbe mai dovuto giungere a dibattimento, come aveva chiesto la Procura. In effetti, alla fine, i giudici hanno dovuto prendere atto dell’oggettiva impossibilità di valutare la posizione delle singole parti in merito al punto centrale dell’accusa e hanno optato per un’assoluzione dell’imputato con riferimento all’insufficienza dalla prova (comma secondo articolo 530 del codice di procedura penale). Per il medico dentista accusato di violenza sessuale nei confronti di una propria cliente, seppur nell’ipotesi più lieve, è una conclusione del procedimento che lascia inevitabilmente un pizzico di amaro in bocca. In realtà in aula i giudici si sono trovati a valutare la parola della presunta parte offesa contro quella del professionista che ha sempre negato ogni addebito. E’ possibile che al professionista (che in occasione dell’episodio rimediò anche un’aggressione con pestaggio all’interno del proprio ambulatorio) l’assoluzione nel dubbio non basti e decida di ricorrere in appello. I fatti denunciati risalgono al 3 dicembre 2015 nell’ambulatorio del dentista in questione costretto ad affrontare il processo con l’accusa di violenza sessuale, seppur con l’attenuante del fatto di minore gravità. Va subito sottolineato che il capo d’imputazione risultava anomalo perchè il professionista non era accusato di aver volontariamente avuto un comportamento provocatorio (sessualmente parlando) nei confronti di una propria paziente, ma di non aver saputo impedire che “il proprio pene in erezione toccasse i glutei” della giovane. Il dentista esercita e vive a Bolzano ma ha scelto di affrontare il processo con rito ordinario (difeso dagli avvocati Carlo Bertacchi e Matteo Bruccoleri) ribadendo in ogni momento di essere estraneo ad ipotesi di comportamenti scorretti. Secondo il racconto della presunta parte lesa (che si rivolse ad un legale per la denuncia dopo qualche giorno) i fatti sarebbero avvenuti durante un accertamento clinico da parte del dentista sulle possibili cause dei problemi mandibolari con controllo della postura muscolo - scheletrica della spina dorsale. Una verifica clinica durata cinque minuti in occasione della quale fu chiesto alla paziente di scoprire la schiena dagli indumenti e di posizionarsi ad angolo retto. Sarebbe stato in questo frangente che la paziente avrebbe avvertito sui glutei la pressione, a fasi alterne, del membro del dentista, sessualmente eccitato. Ieri in occasione dell’udienza decisiva nel processo di primo grado è emerso che il controllo della colonna vertebrale fa parte della prassi normale, sotto il profilo clinico, in caso di problemi di carattere mandibolare. Il comportamento professionale dell’imputato, dunque, non fu assolutamente anomalo. Lo ha confermato anche un fisioterapista che ieri in aula è stato sentito in qualità di testimone. Un’altra testimonianza che probabilmente ha avuto un certo peso nella decisione del tribunale è stata quella di un paziente visitato dal dentista in questione subito dopo la presunta parte lesa e che vide la giovane donna lasciare l’ambulatorio assolutamente tranquilla. Solo successivamente la donna raccontò ad un’amica di aver avuto la sensazione di essere stata toccata da tergo. Nel corso dell’udienza di ieri è mancato qualsiasi riscontro oggettivo al racconto della paziente ed il pubblico ministero ha confermato in aula quanto aveva sostenuto a conclusione delle indagini preliminari. Il dentista infatti venne rinviato a giudizio con imputazione coattiva disposta dal giudice dopo che la Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso. E ieri lo stesso Pm ha confermato la richiesta di piena assoluzione dell’imputato, facendo riferimento a quanto già emerso anche in fase istruttoria. Ora resta in piedi il processo a carico del compagno della paziente che picchiò il medico il giorno successivo. Deve rispondere di lesioni.













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