Montagna o parco giochi?  Il concerto di Jovanotti divide 

L’evento a Plan de Corones. Dopo le critiche di Messner all’appuntamento in programma per il 24 agosto si riaccende il dibattito su cosa e come si può fare in alta quota. In serata il ministro Costa dà l’ok alla manifestazione


Antonella Mattioli


Bolzano. Plan de Corones, un parco divertimenti d’alta quota o una montagna da preservare? Il tema non è nuovo e proprio per questo se ne discute da tempo a livello di convegni e in occasione di eventi; ma le critiche lanciate da Reinhold Messner al concerto di Jovanotti, che si terrà il 24 agosto a Plan de Corones, riaccendono il dibattito: c’è chi si schiera con il re degli Ottomila, chi sta con Lorenzo Cherubini e chi come il presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher non si schiera. Auspicabile sarebbe che tutto non si esaurisse nello spazio di qualche giorno: serve una riflessione seria, che metta intorno ad un tavolo ambientalisti, contadini, operatori turistici, politici.

Il carosello

C’è da chiedersi innanzitutto cos’è Plan de Corones: orograficamente un panettone alle porte di Brunico, alto 2275 metri. Per gli appassionati dello sci un carosello di piste servite da impianti avveniristici. «Messner - ammette Andrea Del Frari, direttore dello Skirama Plan de Corones - ha ragione se parliamo di montagna in senso classico, ma Plan de Corones è una struttura turistica con otto impianti che portano in cima fino a 140 mila persone al giorno in inverno, che diventano anche 150 in estate. C’è di tutto e di più: dall’altalena gigante ai ristoranti, ai rifugi, ai parchi gioco. È una sorta di “Gardaland” di alta quota».

Secondo questo ragionamento, che per altro non è solo del manager dell’area, anche il Jova Beach Party si inserirebbe perfettamente. «E invece- ribatte il sindaco Renzo Caramaschi, grande appassionato di montagna oltre che autore di guide - basta con i concerti in alta quota. La montagna è silenzio e rispetto per gli animali. Per queste manifestazioni ci sono stadi e palazzetti dello sport. Così si distrugge tutto».

«Il fatto che Plan de Corones sia un luogo già fortemente antropizzato - gli fa eco lo scrittore e alpinista Mauro Corona ieri sera alla trasmissione “Carta bianca” - non è un motivo valido per farci un concerto. La montagna va preservata da questi eventi».

Anche Jacopo Larcher, 29 anni - climber bolzanino che ha fatto della montagna oltre che una passione un lavoro - sta con Messner: «È vero che i concerti in montagna ci sono da sempre. Però c’è concerto e concerto. La montagna è una “cosa” delicata: il silenzio - in un mondo rumoroso come il nostro - è sempre più raro e prezioso da trovare».

Effetto imitazione

Contrario anzi contrarissimo a questo tipo di eventi Franco Perco, zoologo, già direttore e sovrintendente del Parco Nazionale dei Sibillini: «Faccio un esempio: che male c’è se una donna entra nuda in chiesa? Non produce certo un danno irreparabile, ma è una questione di decoro. Lo stesso vale per i concerti che portano migliaia di persone in alta quota. In questo caso, a Plan de Corones: è una questione di decoro ambientale. Ricordiamoci che questi eventi stimolano l’imitazione. Dopo questo ce ne saranno altri. In alto sempre più alto. Senza alcun rispetto per chi in montagna ha il proprio habitat: gli animali».

Ma al di là delle sensibilità personali, cosa dice la legge, visto che l’area in questione è inserita nel piano paesaggistico di tre Comuni - Brunico, Valdaora, Marebbe - come pascolo e verde alpino e quindi tutelata dal punto di vista paesaggistico con diversi vincoli, anche per quanto riguarda l’aspetto idrogeologico forestale?

In particolare, l’articolo 3 delle norme di attuazione al piano paesaggistico dei comuni di Brunico e Valdaora, maggiormente interessati all’evento, stabilisce che “nelle zone corografiche è vietato turbare la tranquillità dei luoghi con rumori molesti e inutili”.

L’ok del ministro Costa.

In serata, è arrivato l’ok al concerto del ministra Sergio Costa: «Mi sento rassicurato dal via libera dato dal Wwf».













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