Monti: non sono un nemico dell’autonomia

«Ho chiesto sacrifici a tutti per salvare l’Italia La crisi finirà, ma dobbiamo essere rigorosi»


di Luigi Vicinanza


BOLZANO. Presidente Monti, per la Volkspartei (e in parte anche per il Pd altoatesino) il suo Governo è stato il peggior nemico dell'autonomia dal Dopoguerra. E' solo una questione di spending review o ritiene che le "speciali" abbiano troppi privilegi?

Questa accusa non ha senso. Il mio Governo ha dovuto prendere misure drammatiche perché drammatica era la situazione del Paese, con mezza Europa che scommetteva sulla nostra deriva "greca". E dunque abbiamo dovuto imporre sacrifici alle famiglie, alle imprese e a tutte le comunità locali. L'alternativa era solo il baratro, nel quale sarebbero finite prima o poi anche le comunità dotate di grande autonomia come Trento e Bolzano. Io non ho mai parlato di "privilegi" di Trento e Bolzano. Al contrario ho sempre indicato in questa vostra esperienza autonomistica di matrice mitteleuropea un modello di autogoverno responsabile, che tra l'altro ha concorso in modo determinante a costruire convivenza tra gruppi linguistici in conflitto e prosperità per un territorio certamente complesso e difficile. Ho anche detto che da questa cultura dell'autonomia responsabile occorre partire per riprendere in mano il tema della riforma dello Stato dopo il fallimento del cosiddetto federalismo in salsa leghista. Infine, contrariamente a quanto una recente polemica può aver lasciato pensare, ho sempre avuto piena consapevolezza che la vostra autonomia ha origine in un Accordo internazionale , il cui significato è stato ben ricordato lo scorso 5 settembre a Merano dai Presidenti Napolitano e Fisher.

Bersani ha fatto un accordo con la Svp su toponomastica e commercio che prevede - in caso di vittoria alle elezioni - il ritiro di diversi ricorsi presentati dal suo Governo alla Consulta per conflitto di attribuzioni. Si tratta di concessioni per una questione di mera convenienza politica?

Sulle difficili questioni toponomastiche il mio Governo ha già attivato un gruppo interministeriale per verificare i margini di un confronto ulteriore con la provincia di Bolzano che possa evitare la prosecuzione del conflitto costituzionale. Auspico che questi margini siano riscontrati perché so che si tratta di una materia sulla quale vi è una forte sensibilità da parte di tutti i gruppi linguistici presenti. Per il commercio, ricordo che vi sono vincoli giuridici anche comunitari e sono molto curioso di apprendere come l'on. Bersani, antesignano delle liberalizzazioni, intende onorare questo impegno. Da parte mia, comunque, rimane la piena disponibilità al confronto e alla ricerca di soluzioni più idonee ai territori di montagna, nello spirito del documento sulle “Terre Alte " che proprio la nostra lista "Scelta Civica " del Trentino Alto Adige ha elaborato. Più in generale, e al di la dei "contratti " sottoscritti da candidati, che in passato non hanno avuto esiti felici in Italia, il mio pensiero sul futuro della vostra autonomia speciale lo ho esposto chiaramente durante la mia visita a Trento il 6 febbraio scorso e si richiama all' Agenda Autonomia predisposta dalla lista guidata da Lorenzo Dellai.

Il governatore Durnwalder è sotto inchiesta (sia della Procura che della Corte dei Conti) per una gestione "allegra" dei fondi riservati. Gli vengono contestate spese (voli aerei per sé e per altri, pranzi, mance, offerte a privati e associazioni) non connesse con l'esercizio della sua funzione. Ritiene che l'Alto Adige assomigli sempre più a Liguria, Lazio o Lombardia?

Non ho nessuna informazione specifica e dunque non voglio esprimere alcun commento su queste vicende. Posso comunque dire che, per quanto il Presidente Durnwalder abbia usato nei miei confronti espressioni veramente sopra le righe, io mantengo verso di lui un atteggiamento di rispetto e di considerazione e credo che siano ancora forti in Alto Adige i valori di serietà e di responsabilità che servono a tutto il Paese per costruire un futuro migliore.

Qualora la sua lista andasse al Governo, Dellai - che curiosamente al Senato corre insieme alla maggioranza con la quale ha governato sino ad oggi la Provincia e alla Camera è su un fronte opposto (benché in questa terra non vi sia la lista di Fli) - può essere il vero garante delle autonomie speciali? Potrebbe diventare ministro delle Regioni?

Lorenzo Dellai è uno dei promotori nazionali del nostro progetto e sono sicuro che potrà dare il suo contributo alla politica nazionale ed insieme ricostruire un rapporto di collaborazione tra lo Stato e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano.

Presidente Monti, decidendo di “salire in politica”, lei ha abbandonato il ruolo di tecnico super partes per indossare i panni del politico impegnato in una difficile campagna elettorale fatta di aspre polemiche e colpi bassi. Non sarebbe stato meglio per l’Italia conservare una autorità morale come la sua, in “riserva per la Repubblica”, piuttosto che vedere in campo l’ennesimo partito personale sia pure chiamato “Scelta Civica”?

Scelta civica non è un partito personale, E’ un movimento che mette insieme le migliori risorse della società civile con l’obiettivo di cambiare nel profondo il nostro paese. È un impegno che abbiamo preso perché temiamo il ritorno della vecchia politica che finirebbe per dissipare i grandisacrifici che gli italiani hanno compiuto per salvare l’Italia. Adesso, dopo aver messo in sicurezza i conti pubblici, possiamo e dobbiamo alimentare un piano per la crescita economica e civile la creazione di nuova occupazione, che migliori il benessere e la qualità della vita degli italiani. Non so se io sono un’”autorità morale” come lei dice, madevo dirle che è proprio la mia coscienza ad aver ritenuto moralmente giusto operare con serietà per il bene dell’Italia piuttosto che rimanere “in riserva”, posizione che pure era più gratificante per me.

Bersani dice di puntare a conquistare la maggioranza dei seggi nei due rami del Parlamento ma si comporterà come se avesse solo il 49%. Insomma si dice pronto a collaborare con tutti gli antiberlusconiani, e innanzitutto mano tesa verso di lei. Ve la stringerete la mano dopo le elezioni formando insieme l’eventuale nuovo governo? O annuncerete un patto addirittura prima del voto?

Ho sempre detto che eventuali alleanze di maggioranza o di governo vanno discusse dopo il voto. Quello che posso riaffermare è che “Scelta civica” nasce per superare certi protagonismi della politica e soprattutto per mettere insieme i riformisti che esistono in questo Paese. Di certo non appoggeremo nessun governo che non sia incisivamente europeo, che sia populista e demagogico o che non si impegni credibilmente ad andare avanti su riforme strutturali radicali. Ad esempio sulle riforme del lavoro della giustizia, che sono importanti per l’economia e la società italiana e anche per ridare credibilità all’Italia verso i partner e gli investitori internazionali.

E con Vendola? Governa una regione meridionale come la Puglia e finora non ha sfigurato.

Stimo il presidente Vendola. Ma non condivido molte delle sue idee, soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro, che noi vogliamo più flessibile sia in entrata che in uscita, affinché porti a più occupazione soprattutto per i giovani, e il ruolo della spesa pubblica.

Tremonti ha dichiarato che comunque vadano le elezioni il prossimo governo dovrà mettere mano subito a una manovra da 12-14 miliardi per tenere sotto controllo i conti pubblici. Lei può confermare? E realisticamente che spazi ci saranno nel 2013 per politiche di riduzione della pressione fiscale sul lavoro, sulle imprese e sulla casa?

Non sarà necessaria nessuna manovra aggiuntiva. Non c’è polvere sotto il tappeto. I conti pubblici sono in ordine. È chiaro che se il quadro post elettorale desse segnali di instabilità o di pericolo per il risorgere di posizioni anti-europee, e se il differenziale dei tassi cominciasse a risalire in modo marcato –uno scenario nel quale Tremonti e Berlusconi hanno portato l’Italia disastrosamente -,nessuno può prevedere oggi quali potrebbero essere le conseguenze per gli equilibri della finanza pubblica. È presto per dirlo. Per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale sul lavoro, sulle imprese e sulla casa, “Scelta Civica” sostiene che è possibile procedere in modo graduale al fine dirilanciare la crescita, ridare ossigeno all’economia e alleggerire il peso sui cittadini. Quindi non promesse illusorie, ma un piano d’intervento che renda progressiva e più equa l’IMU sulla prima casa, una riduzione dal 44% al 39% della pressione fiscale durante l’arco della legislatura e dal 2014 la progressiva riduzione dell’Irap per le aziende. Tutte cose che sarebbe stato impossibile fare nell’anno di governo dell’emergenza

Intanto Berlusconi vuole restituire in contanti l’IMU già pagata sulla prima casa.

Mi consentirà di non rispondere nel merito: un merito che non lo merita.

L’altro tema che sta a cuore agli italiani è il lavoro. Come creare nuova occupazione innanzitutto per i giovani?

Proponiamo un nuovo rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con più basso costo previdenziale e fiscale e più flessibilità con un grado di stabilità inizialmente basso, che cresce con l’anzianità di servizio. Per rafforzare l’occupazione giovanile proponiamo la detassazione per le imprese che assumono giovani al di sotto dei 30 anni. Ma non solo. Altro tema fondamentale è l’occupazione e il livello della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. E’ una priorità per noi dare uno scossone alla condizione della donna che consideriamo ormai insostenibile. Cominciamo con la detassazione del reddito da lavoro femminile (misura da introdurre nel corso della legislatura),l’estensione del congedo parentale per gli uomini e il rapido miglioramento della disponibilità di servizi di cura per l’infanzia e per le persone anziane.

La riforma Fornero del lavoro, varata dal suo governo a metà del 2012, è già vecchia?

No. Naturalmente, ci sono sempre degli aggiustamenti che, con il tempo, possono apparire utili e necessari. Se, con una buona affermazione di “Scelta Civica”, in Parlamento ci saranno più riformatori, sarà possibile agire ancora, per avere un mercato del lavoro che funzioni meglio, mentre le posizioni massimaliste di alcune forze sindacali, che hanno trovato molto ascolto nel PD, hanno frenato la riforma Fornero rispetto alla formulazione iniziale.

Scandalo Monte Paschi di Siena? C’è stato un difetto di vigilanza?

La magistratura farà chiarezza. Il sistema bancario italiano è solido e ha resistito meglio alla crisi finanziaria e economica di altri paesi come gli Stati Uniti, l’Irlanda o la Spagna. Aggiungo che la vigilanza della Banca d’Italia gode di ottima reputazione internazionale. E’ certo, d’altra parte, che le commistioni tra banche e politica sono sempre possibili, così come vanno evitate commistioni collusive all’interno stesso del mondo finanziario. Nel decreto Salva Italia, ad esempio, abbiamo vietato le presenze incrociate nei consigli di amministrazione di banche e compagnie di assicurazioni concorrenti.

Quando finirà la crisi? Si sente di indicare agli elettori una data verificabile?

Secondo le proiezioni delle organizzazioni internazionali, il punto di svolta dovrebbe collocarsi nella parte finale di quest’anno. Se proseguiremo sulla strada delle riforme senza abbandonare la disciplina di bilancio che ha rimesso in carreggiata il Paese, potremo presto godere dei frutti delle politiche impostate in questo ultimo anno. Secondo la recente valutazione dell’Fmi sull’impatto delle riforme avviate in Italia, il Pil crescerà di un 5,75% in più nei prossimi cinque anni, e del 10,5% in più nel lungo periodo se tali riforme saranno perseguite.

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