Moroder city manager a Bolzano: bisogna riorganizzare la macchina del Comune

"Ci serve uno scatto di orgoglio rispetto alla Provincia"


Francesca Gonzato


BOLZANO. Helmuth Moroder si è insediato nel suo incarico di direttore generale del Comune. Prende il posto lasciato vacante un anno fa da Renzo Caramaschi, andato in pensione. Per Moroder è un ritorno in Comune. Nella scorsa legislatura era stato consigliere comunale dei Verdi e presidente della commissione Mobilità. Arriva dalla società provinciale Sta (era direttore tecnico): «Ho scelto di lavorare in Comune e dico che ci serve uno scatto di orgoglio rispetto alla Provincia». Primo impegno urgente, la riorganizzazione della struttura.
Da ieri ha preso possesso dell'ufficio da city manager al primo piano del municipio, tra sindaco Luigi Spagnolli e segretario generale Antonio Travaglia. Ingegnere, 49 anni, così Moroder ieri mattina.
Qual è il mandato che le ha conferito il sindaco?
«Il ruolo del direttore generale è attuare le decisioni della giunta. Insieme al segretario generale funzioniamo come catena di trasmissione tra la politica e la macchina amministrativa. Chi decide e se ne assume le responsabilità sono i politici, il nostro dovere è fare in modo che le cose procedano. Non arrivo con un mio programma, però ho un obiettivo».
Quale?
«Che i mille dipendenti vengano al lavoro volentieri. Può sembrare una cosa così, in realtà è fondamentale per il funzionamento dell'amministrazione e, a cascata, per il benessere delle persone, delle famiglie e in generale della società. Non dico che oggi vengano malvolentieri. Si può peggiorare o migliorare, vorrei fare meglio».
Sindaco e vicesindaco Ladinser vogliono una riorganizzazione della struttura perché, accusano, ciò che viene deciso si perde nei rivoli dell'amministrazione. Se ne occuperà?
«Sì, la prima fase del mio incarico la dedicherò alla riorganizzazione e alle nomine dei dirigenti. A marzo scadranno gli incarichi. E' un peccato entrare ora ed avere così poco tempo per questo lavoro».
Lei pensa quindi di fare coincidere le nomine dei direttori di ufficio e di ripartizione con un ripensamento della struttura?
«Sarebbe negativo non farcela, perché le due cose devono viaggiare insieme. Speriamo di riuscirci».
Potrebbero esserci avvicendamenti tra i dirigenti?
«Le scadenze servono a questo, altrimenti sarebbero solo un passaggio formale».
Lei conosce il Comune per averci lavorato come consigliere. Qual è un punto di debolezza?
«Nella percezione delle persone, dentro e fuori il municipio, c'è una differenza troppo forte tra amministrazione provinciale e comunale. Vorrei che ci fosse più orgoglio per il fatto che siamo collaboratori del Comune».
Da city manager che ne sarà delle sue competenze ambientali?
«Ho scelto di venire a lavorare qui anche per gli obiettivi che l'amministrazione si è data con il piano della mobilità e il piano clima».
Lei guadagnerà circa 6000 euro netti al mese, la cifra raggiunta a fine carriera dal suo predecessore. C'è stata una trattativa?
«Sì, non potevo guadagnare meno del mio precedente incarico. Là però ero un dipendente a tempo indeterminato, qui ho un mandato a termine legato al sindaco. Ho 49 anni, credo di essere nella stagione in cui un professionista dà il massimo».

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