Il caso

Morta in ospedale, autopsia dopo 6 mesi

La donna deceduta al San Maurizio dopo tre interventi di chirurgia vascolare. Sette i medici sul registro degli indagati


di Mario Bertoldi


BOLZANO. È rimasto congelato per sei mesi in una cella frigorifera dell’ospedale di Bolzano il cadavere di una donna il cui decesso è sotto la lente della Procura della Repubblica. L’inchiesta penale, con ipotesi di reato di omicidio colposo, ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di sette medici ospedalieri, quattro del nosocomio bolzanino e tre in servizio all’ospedale di Vipiteno.

A sei mesi dal decesso, ieri l’anatomopatologo Francesco De Ferrari di Brescia ha effettuato l’autopsia disposta, con incidente probatorio, dal giudice Walter Pelino. Sono i tempi tecnici della giustizia per permettere a tutte le parti di partecipare alla perizia (con valore probatorio) e nominare i propri consulenti. I parenti della paziente si sono ieri costituiti parte civile.

Per conoscere l’esito degli accertamenti necroscopici si dovrà attendere sino a settembre. Al centro dell’inchiesta c’è il decesso, avvenuto nel novembre scorso, di una donna altoatesina di 75 anni, sottoposta ad un intervento chirurgico all’ospedale di Vipiteno e poi deceduta dopo essere stata trasportata in condizioni molto gravi all'ospedale di Bolzano dopo un problema vascolare sorto durante l'intervento. Le indagini sono ancora alla fase preliminare.

In sostanza alla donna avrebbero dovuto essere applicate alcune placche per la stabilizzazione di due vertebre che rendevano molto problematico alla paziente camminare e muoversi. Durante l'intervento si evidenziò una lesione vascolare che in un primo tempo fu affrontata dagli stessi chirurghi di Vipiteno. Le condizioni della paziente sarebbero peggiorate peggiorate in poche ore, al punto che i sanitari la mattina successiva ne disposero il trasferimento d'urgenza all'ospedale di Bolzano.

La donna venne affidata al reparto di chirurgia vascolare e sottoposta a tre interventi che però non ebbero esito positivo. Anzi, la donna, le cui condizioni generali di salute non sarebbero state buone, dall'ultimo intervento non si riprese più sino al decesso. A denunciare possibili responsabilità colpose da parte dei sanitari intervenuti fu la direzione sanitaria dell'Asl che ritenne necessario segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica.













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