Murales per Pasqualotto l’Ipes dice no al Comune 

Il progetto. A lanciare l’idea era stato Gennaccaro per ricordare la leggenda dell’hockey Il presidente dell’Istituto: «Non volevamo creare un precedente. Servono delle linee guida»


antonella mattioli


Bolzano. Non ci sarà nessun murale in ricordo della leggenda dell’hockey bolzanino Gino Pasqualotto. Almeno su una facciata delle case dell’Ipes. Il consiglio d’amministrazione dell’Istituto ha respinto la richiesta presentata dall’assessore comunale Angelo Gennaccaro che, a giugno all’indomani della scomparsa del mitico numero 33, aveva lanciato l’idea. Una doccia gelida la risposta dell’Ipes non solo per l’assessore, ma per tutti quei bolzanini che avevano creduto che il murale fosse un bel modo per ricordare Pasqualotto. Il giocatore che ha fatto sognare intere generazioni .

«Mi sento preso in giro», commenta amaro Gennaccaro.

Il perché è presto detto.

L’iter burocratico

«Dopo aver lanciato la proposta - spiega l’assessore - assieme ai tecnici del Comune ho cominciato a pensare quale fosse la location migliore. Preferibilmente nelle vicinanze di via Roma, dove oggi c’è un grande condominio che si affaccia su una piazza, mentre una volta c’era il Palaghiaccio; e possibilmente su un edificio pubblico. È così che abbiamo individuato il condominio dell’Ipes al civico 1 di via Novacella che ha una parete libera, ideale per realizzare il progetto».

Detto e fatto. È partita subito la richiesta all’Ipes. Nel giro di pochi giorni è arrivata la risposta: «Il cda dell’Ipes ha deliberato di entrare nel merito della questione, solamente sulla base di una richiesta proveniente da un atto di indirizzo deliberativo della giunta comunale».

La giunta comunale ha approvato all’unanimità la proposta ed è partita una nuova richiesta che è stata nuovamente respinta. Motivo? Nella lettera non si fa cenno.

La delusione dell’assessore

«Evidentemente - commenta l’assessore - non si vuole un murale dedicato a Pasqualotto su una casa Ipes. Non trovo altre spiegazioni. Ma se non volevano farlo, bastava me lo dicessero subito. Invece mi hanno fatto preparare una montagna di carta e presentare non una ma due domande. Non solo. Quando, esattamente un anno fa, si era detto che il bellissimo murale di Matteo Picelli, in arte Egeon, era stato fatto sul condominio privato all’incrocio tra via Duca d’Aosta e via Roen, perché l’Ipes aveva detto no; l’Istituto mi aveva assicurato che da parte loro c’era in realtà piena disponibilità a questo tipo di iniziative. Visto come sono andate le cose - lo ripeto - mi sento preso in giro».

Le linee guida

Il presidente dell’Istituto Heiner Schweigkofler spiega così la bocciatura della richiesta: «Non volevamo creare un precedente. Dobbiamo prima discuterne attentamente; capire cosa fanno altri Istituti di edilizia agevolata e poi dobbiamo creare delle linee guida. Bisognerà anche capire se noi come cda abbiamo le competenze per giudicare se una cosa è un’opera d’arte o meno».

In attesa che l’Ipes decida – non si sa quando, come e se - l’assessore vuole andare avanti comunque e lancia un appello ai privati, affinché mettano a disposizione la facciata di qualche edificio.

Lo hanno fatto i condomini del palazzo di via Roen che, dando l’ok all’artista, sono riusciti a valorizzare con un enigmatico volto di donna, una facciata che fino a quel momento era stata grigia e anonima.

Ma il murale dedicato a Pasqualotto avrà un obiettivo ancora più ambizioso: tenere vivo un mito che appartiene alla città.















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