Musulmani in marcia contro la violenza

Oltre 150 pachistani per le vie del centro contro ogni forma di terrorismo. Esposti cartelli per la pace e l’integrazione


di Alan Conti


BOLZANO. Doveva essere la celebrazione della nascita di Maometto, quindi un momento di pura spiritualità. La comunità pachistana di Bolzano, però, ha voluto trasformarla in qualcosa di più: una forte presa di posizione contro qualsiasi terrorismo e qualsiasi violenza. Un appuntamento fissato da tempo, autorizzato dal Comune con una processione da viale Trento alla sala di rappresentanza del Municipio, che di colpo la cronaca stretta ha trasformato in caldo e delicato. L’attentato di Parigi, inutile negarlo, ha alzato l’asticella della tensione intorno alla religione islamica. Non a caso la processione è stata autorizzata dalla questura, ma con precise indicazioni agli organizzatori per evitare qualsiasi comportamento sopra le righe. Tutto, bene ribadirlo, è scivolato senza intoppi lungo il percorso attraverso ponte Loreto, via Alto Adige e piazza Walther. I passi sono scanditi dai canti religiosi per il profeta e dallo sventolio di tante bandierine verdi simbolo di pace. I fogli bianchi scritti a mano condannano chi imbraccia i fucili, a Parigi come in Pakistan.

«Siamo diversi e questo va sottolineato con tutte le nostre forze - dichiara senza fronzoli Amir Jamil, da più di vent’anni in Italia - perchè l’accostamento dell’islam con il terrorismo è sbagliato. In nessuna parte dei suoi precetti la nostra religione dice di uccidere. Gli assassini di Parigi sono, appunto, semplicemente assassini che utilizzano la forza spirituale come giustificazione. Sono delle persone indegne, per noi come per voi». In realtà il termine che utilizza è più colorito, ma quel che conta è la voglia di abbracciare un orizzonte di pace. «Nel mondo islamico - puntualizza Muhammad Sadik - ci sono molteplici varianti. Voi tendete a uniformarci, ma in realtà ci sono molte differenze territoriali e di confessione. Noi, per esempio, siamo sunniti e abbiamo delle caratteristiche particolari come festeggiare in questo modo la nascita del profeta Maometto».

A proposito di Maometto il discorso non può non toccare le sensazioni legate alle vignette realizzate da Charlie Hebdo e non solo. «Noi rispettiamo tutti - sottolinea Akmal Shahzad - e ci piacerebbe essere rispettati. Alcuni di quei disegni sono stati pubblicati senza curarsi della possibilità che potessero ferire veramente la fede di qualcuno. Detto questo non si può certo reagire in un modo così scriteriato e violento».

La ricorrenza, in ogni caso, è stata poi celebrata in modo più raccolto all’interno della sala di rappresentanza di vicolo Gumer. A rimanere, però, è un messaggio rivolto a tutti: «Vogliamo la pace per stare bene insieme». È il must di una processione che la Lega Nord voleva vietare.

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