«Negli anni ’70 c’era un solo broncoscopio»

BOLZANO. I numeri ogni tanto fanno strani scherzi. «Sono entrato in ospedale - il vecchio ospedale che stava ancora in centro città - il 29 novembre 1977 e sono uscito ieri, 28 novembre 2017. Quarant’...



BOLZANO. I numeri ogni tanto fanno strani scherzi. «Sono entrato in ospedale - il vecchio ospedale che stava ancora in centro città - il 29 novembre 1977 e sono uscito ieri, 28 novembre 2017. Quarant’anni esatti».

Giulio Donazzan guida la Pneumologia del San Maurizio dagli anni Novanta, quando se ne andò Franco Tomazzoni che l’aveva fondata. Per 10 anni è stato presidente dell’Ordine dei medici (dopo Elio Braito, ex primario di Cardiologia) e per altri otto è stato membro del consiglio. A più riprese ha ricoperto anche il ruolo di presidente Anpo, il sindacato dei primari.

Una visione la sua, a tutto tondo della sanità altoatesina.

«In reparto dopo Tomazzoni sono rimasto alcuni anni come facente funzioni, poi sono diventato primario». Com’era il vecchio ospedale? «Non aveva la Tac, che oggi è un esame quasi superato, per esempio, dalla risonanza magnetica. Comunque negli anni dell’esplosione tecnologica eravamo all’avanguardia. Avevamo strumentazioni che altri ospedali d’Italia si sognavano. Ricordo l’ unico broncoscopio che maneggiavamo come fosse un neonato di 3 mesi, per noi strumento preziosissimo. Molti colleghi ce lo invidiavano. Per decenni ho avuto la percezione che Bolzano fosse più avanti rispetto a Trento sia dal punto organizzativo che tecnico, mentre oggi tra informatica, certificazioni di qualità ecc. facciamo più fatica. Un esempio per tutti? Una volta i trentini avevano la radioterapia per curare i tumori a Borgo Valsugana oggi godono di uno dei centri più avanzati in Europa di protonterapia. L’Alto Adige non ce l’ha fatta a godere della stessa accelerazione».

Come giudica la nostra sanità? «Posso dire che ho lavorato sotto 4 assessori differenti e che ho fatto i conti con disponibilità differenti e non aggiungo altro». E il ruolo dei primari è cambiato negli anni? «In passato molti hanno avuto un ruolo importante, hanno fondato ed inventato interi reparti, oggi hanno sempre meno libertà nell’organizzazione delle strutture che guidano. Vi dico una cosa sola per capire com’è cambiata l’aria. Una volta l’amministrazione era “Servizio amministrazione” che faceva le buste paga, segnava le ferie, l’orario di lavoro ecc. Oggi il “Servizio” è sparito ed è rimasta solo l’”amministrazione” che però non può pensare di spiegare ad un medico cosa deve fare come si deve comportare con i pazienti».

Il reparto oggi è guidato da Lucio Bonazza. Ma secondo lei Pneumologia avrà un suo nuovo primario o resta in vita il progetto che punta ad accorparlo al Servizio pneumologico? «Credo e spero che il progetto sia sfumato perchè reparto ospedaliero e servizio aziendale dedicato al territorio sono questioni ben diverse». Con pesi e responsabilità differenti. Staremo a vedere.













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