Nidi, mille firme per “salvare” le maestre 

Jobs Act: negli asili Assb a rischio 23 assistenti con contratto in scadenza. Le trattative della Uil con Comune e Provincia


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ventitré assistenti per l’infanzia che da settembre rischiano di rimanere senza lavoro perché, secondo i dettami del Jobs Act voluto dal governo Renzi, dopo 36 mesi i loro contratti a tempo determinato non potranno più essere (ulteriormente) rinnovati. Con il supporto di un centinaio di colleghe, completamente stabilizzate l’anno scorso dall’Assb, hanno avviato una petizione in difesa del posto di lavoro. Questa settimana si stanno raccogliendo le firme tra le quasi 500 famiglie bolzanine i cui bimbi attualmente frequentano gli asili nido comunali, ma in pochi giorni la sottoscrizione ha attirato la solidarietà di molti altri soggetti. Le firme si raccolgono anche alla sede del gruppo di attiviste Mamme di Bolzano e dintorni ed è stata avviata una raccolta di sottoscrizioni anche via web, che in sole 48 ore ha superato le seicento firme. Le petizioni verranno consegnate all’assessore comunale Repetto e alla giunta provinciale.

«A causa del Jobs Act - si legge negli annunci affissi in questi giorni nei nidi Assb - rischiamo di perdere il lavoro, già dal prossimo settembre 2018. Tutte siamo in possesso dei requisiti richiesti dalla Provincia (patentino e titolo di studio)». Che però non bastano mica. «Per noi - proseguono - non è un semplice lavoro bensì una passione, nella quale mettiamo impegno, dedizione e amore. Il nostro desiderio è quello di poter continuare a fare quello che ci piace, ovvero trascorrere le giornate con i bimbi per crescere insieme». Firmato: le precarie. Nella petizione sul web si chiarisce oltre: «Stanno scadendo i contratti di 23 assistenti all'infanzia, e per effetto del Jobs Act non potranno più essere rinnovati. Da settembre verranno lasciate a casa e sostituite con altre precarie, che subentreranno nei progetti in corso e nel piano educativo. L'asilo nido non è un parcheggio per bambini! La relazione tra l'educatrice e il bambino è un percorso prezioso che viene costruito giorno per giorno, non si può azzerare e ricominciare senza ripercussioni sulla qualità del servizio stesso. Come genitori chiediamo rispetto per la fiducia che abbiamo riposto nel servizio educativo».

Mentre i bolzanini si mobilitano in massa per garantire la continuità educativa in un contesto estremamente delicato come quello della primissima infanzia, i sindacati stanno lavorando alacremente. Così Sabina Bonetalli (Uil): «Stiamo trattando con Repetto e l’assessore provinciale Deeg. Martedì la giunta provinciale affronterà l’argomento per tentar di trovare una via d’uscita». Che ci sarebbe, ma da adattare in salsa altoatesina. «Il Jobs Act permette di derogare al limite dei 36 mesi per chi viene assunto non per coprire posti in pianta organica bensì per le sostituzioni. La deroga è però consentita esclusivamente in ambito scolastico, quindi non per i nidi». Si sta quindi sondando la possibilità di ampliare la platea degli aventi diritto anche alle assistenti degli asili nido, inserendo una clausola speciale in una legge omnibus provinciale. «Il problema è che il centinaio di assistenti di ruolo sono state tutte stabilizzate, ma, trattandosi di personale quasi esclusivamente femminile, numerose sono le dipendenti che vanno in maternità o in aspettativa». Motivo per cui le 23 assistenti che non sono state stabilizzate a fine 2017 - perché per via del patto di stabilità le piante organiche non possono essere rimpolpate - in realtà servono eccome per far girare la macchina dell’Assb. «Al termine del percorso formativo hanno acquisito professionalità, sono delle professioniste esperte». Ma ora la nostra città rischia di perderle.

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