Niente custodi: chiostro chiuso

Da mesi il gioiello dei Domenicani non è visitabile. Ma entro l’autunno potrebbe partire il restauro


di Marco Rizza


BOLZANO. È uno dei luoghi d’arte più noti e affascinanti di Bolzano, meta di pellegrinaggio per studiosi, turisti, appassionati. Ma da mesi è chiuso perché nessuno paga la sorveglianza. Destino curioso, quello del chiostro dei Domenicani. Dal primo gennaio il Comune non paga più i custodi, e dal suo punto di vista ha ragione: è dal 2011 infatti che il chiostro è di proprietà della Provincia e gestito, a quanto pare, dal Conservatorio. Quest’ultimo non si può permettere la sorveglianza, il Comune rilancia la palla alla Provincia. Insomma un piccolo rebus, il cui risultato concreto è l’impossibilità di aprire al pubblico uno dei gioielli bolzanini. Ma c’è anche una buona notizia: a breve, forse già entro l’autunno, potrebbero iniziare i lavori di restauro del complesso. E probabilmente a intervento concluso sarà (ri)aperto l’ingr esso originario del chiostro, accanto all’attuale ingresso della chiesa dove per anni c’è stato un negozietto ora sfitto.

L’assessora comunale alla cultura, Patrizia Trincanato, cerca di non uscire dai canali diplomatici: «Mettiamola così: fin quando lo gestivamo noi, la sorveglianza era garantita e quindi era aperto al pubblico. Poi Durnwalder l’ha voluto a tutti i costi e l’ha ottenuto in usufrutto quando il Conservatorio è stato provincializzato, ma noi da quest’anno non potevamo più giustificare la spesa per la sorveglianza di un complesso che non gestiamo più: a noi sono rimaste solo la Sala capitolare e la Cappella diSanta Caterina. Diciamo che la chiusura di questi mesi anticipa solo di un po’ l’avvio dei lavori di restauro, che tutti auspichiamo e che dovrebbero partire presto».

Un’occasione per rivedere il chiostro anche prima dei lavori ci sarà: l’8 giugno il Comune vi organizzerà la «Lunga notte del Futurismo» in un interessante incontro di cultura medievale e arte del Novecento. Quanto il chiostro sia importante lo sottolinea anche Waltraud Kofler Engl, direttrice dell’Ufficio Beni artistici e architettonici della Provincia: «Ci rendiamo conto che non può restare chiuso ancora a lungo perché dal punto di vista storico-artistico è uno dei posti più importanti del centro storico bolzanino - dice -. Ci dispiace molto per quello che sta succedendo ma la sorveglianza non è competenza del mio ufficio, so che ci sono contatti con l’Azienda di soggiorno per finanziare la sorveglianza, speriamo vadano a buon fine in modo da riuscire ad aprire almeno per un periodo prima dell’inizio dei lavori». Anche negli ultimi giorni i tecnici si sono incontrati per parlare dell’imminente restauro: «A me piacerebbe partire già quest’anno, il che vuol dire in tarda primavera o all’inizio dell’autunno - prosegue la direttrice -. Abbiamo da parte ancora 200 mila euro del vecchio fondo Lottomatica ma probabilmente serviranno altri soldi: il restauro riguarderà tutto tranne le facciate, quindi affreschi, intonaci, pavimenti, superfici... Bisognerà fare una gara quindi i tempi non saranno velocissimi. L’ingresso originario? Sì, stiamo pensando di ripristinarlo. Sarebbe anche utile per la futura sorveglianza».

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