La storia 

Norina, trisnonna senza mai arrendersi 

Norina Zenoni a 10 anni faceva la mondina nelle risaie, poi l'orrore della guerra e la strage del 3 maggio a Bolzano. A 95 anni è diventata trisnonna. La vita vince sempre



Bolzano. La vita vince sempre. A 95 anni Norina Zenoni è diventata trisnonna. Stringe al petto la piccola Chloe, e in quell'abbraccio pieno di tenerezza c’è una storia lunga quasi un secolo. Che un giorno, quando Chloe sarà diventata grande, mamma Jessica racconterà ancora e ancora. E' la storia di Norina, che ha attraversato il novecento, la miseria, il lavoro duro, l’orrore insensato della guerra, lottando sempre, senza mai darsi per vinta.

La famiglia Zenoni è arrivata a Bolzano, sull'onda della migrazione italiana della fine degli anni trenta, da santa margherita Adige, un paesino vicino a padova. Il papà di Norina, Luigi era morto nel 1934 di tetano. «Aveva solo 38 anni - ricorda Norina -. Mia mamma Aristea era incinta dell’ultimo figlio, il decimo. Tre maschi e sette femmine. Ero ancora una bambina che mi hanno mandata a fare la mondina nelle risaie del vercellese. Ricordo il lavoro duro, l’acqua fino alle ginocchia, lo stanzone dove dormivamo, gli sguardi e i soprusi dei capi che ci trattavano come animali. Ci pagavano con qualche chilo di riso».

Norina oggi non muove più le gambe, un “ricordo” lasciato dalla risaia. «Poi mi hanno spedito in una fabbrica di tappi di sughero. piangevo sempre. eravamo poveri, senza padre, senza niente da mangiare. noi figli più grandi dovevamo lavorare, anche se io non avevo compiuto 10 anni».

Nel 1941 si trasferiscono a Bolzano, in un alloggio popolare in via Milano. «Mia madre trovò un posto in un ristorante di via dei carrettai (oggi via streiter), i miei fratelli nelle fabbriche. Io facevo le pulizie negli uffici del centro. il 3 maggio 1945 mia sorella Carolina venne presa dai tedeschi alla mensa della Lancia...».

Una delle vicende più buie della storia di Bolzano: l’eccidio degli operai della zona. sotto gli occhi di Carolina, le SS uccidono Irfo Borin, un ragazzo di 19 anni, con un colpo alla testa. Carolina non si riprenderà mai più dallo shock, vagando da una casa di cura all'altra fino alla morte nel 2006. Sempre accudita dai fratelli e da Norina in particolare, che ancora oggi poggia la foto in bianco e nero della sorella al petto prima di riempirla di baci.

Nel dopoguerra, in una Bolzano che voleva rinascere a tutti i costi, Norina non rimane ferma. è una delle prime donne a conseguire la patente. si sposa, lavora, mette su famiglia. Oggi, a 95 anni, vive da sola nella sua casa di via Visitazione, circondata dall'affetto di figli, nipoti, bisnipoti, e adesso anche delle piccola Chloe.

Un buon natale cara Norina. e benvenuta Chloe.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 













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