«Nostro figlio René, ucciso due volte»

La famiglia Eppacher promuove una causa civile per il risarcimento non ritenuto congruo: «Non possiamo perdonare»



RIVA DI TURES. «Dopo il 26 novembre di 2 anni fa, il nostro René ieri ce l’hanno ucciso una seconda volta: vedere rimanere impunito colui che, completamente ubriaco per i troppi bicchieri in più bevuti, lo ha ammazzato a soli 21 anni, ci fa vergognare di vivere in questo Paese, dove per omicidi di questo tipo non esiste Giustizia alcuna. René è morto nel pieno della propria gioventù. Chi lo ha ucciso non farà neppure un giorno di carcere e per giunta potrà tornare a guidare! È questa la Giustizia che merita una famiglia a cui è stato ucciso un figlio ?».

Con queste poche parole, colme di rabbia e infinito dolore, i genitori di René Eppacher commentano il patteggiamento di Hans Kammerlander avvenuto davanti al giudice Emilio Schönsberg (due anni di reclusione con la condizionale e la sospensione della patente per un anno.

Si sono chiusi così mesi di esasperazione in attesa del previsto esito del procedimento penale, ma sarà al più presto avviato un secondo procedimento, in sede civile, per ottenere il dovuto risarcimento. «Questa scelta si è resa necessaria - spiega Maurizio Cibien, responsabile di Giesse Bolzano, la società specializzata in risarcimento danni che assiste e tutela la famiglia Eppacher - perché, contrariamente a quanto riportato nelle dichiarazioni rilasciate ai media a margine della udienza da parte dell’avvocato di Kammerlander, la compagnia assicuratrice Axa, chiamata a dover pagare il risarcimento per conto del proprio assicurato, non ha affatto liquidato alcun “congruo risarcimento”; e nemmeno è vero che lo stesso Kammerlander abbia integrato “di tasca propria” quanto offerto sinora dalla compagnia assicuratrice: per dimostrare la infondatezza di tale informazione basti pensare che, per legge, è obbligo della compagnia assicurativa risarcire integralmente i danni causati, non una parte di questi».

Inoltre, continua Maurizio Cibien, «malgrado dalla dinamica emergesse, sin dai primi accertamenti, la totale responsabilità di Kammerlander, la Compagnia Axa non ha affatto agevolato la trattativa risarcitoria, bensì si è limitata ad inviare un’offerta del tutto inadeguata a risarcire i familiari dell’enorme sofferenza che stanno ancora provando, e che li accompagnerà per sempre, per la tragica scomparsa di René».

Per questo Giesse si prepara ora, attraverso i propri legali fiduciari, scelti di comune accordo con la famiglia, a dare battaglia in sede civile, intentando causa contro la stessa Axa. Sottolinea infatti il responsabile di Giesse Bolzano: «Per i familiari più stretti la Compagnia ha offerto importi al di sotto non solo dei massimi, ma persino dei medi tabellari previsti; per giunta nei confronti del nonno, legato a René da un fortissimo vincolo affettivo, è stata presentata un’offerta che sa quasi da beffa: per questo le somme sinora corrisposte sono state trattenute solo come semplici acconti sul maggior danno subìto. Del resto, il fatto di offrire somme palesemente inadeguate per risarcire il dolore di una morte rappresenta, purtroppo, un malcostume fin troppo diffuso; alla Compagnia assicuratrice, evidentemente, preme più risparmiare sul risarcimento che evitare ulteriore strazio ai poveri genitori di René, i quali, in rispetto alla memoria del proprio caro, saranno costretti a rievocare ad ogni udienza tutto il proprio dolore prima di veder finalmente conclusa questa orribile vicenda, per lo meno sotto l’aspetto giudiziario».













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