Ogni giorno 300 pasti alla mensa Caritas 

La zona intorno alla Stazione è alto tasso di disagio. La Lega contro il sindaco. Nella serata di ieri individuato l’aggressore


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Venerdì sera, l’area antistante la mensa Caritas è stata teatro del ferimento di un trentacinquenne marocchino, colpito al collo da un uomo subito fuggito. Il magrebino, che in un primo momento sembrava in condizioni gravissime, è ora fuori pericolo e gli investigatori della Squadra mobile di Bolzano lo hanno interrogato ieri pomeriggio, ottenendo i risultati sperati. Il ferito, infatti, attraverso alcune foto che gli sono state mostrate, ha riconosciuto il suo aggressore. È anch’egli un cittadino marocchino e, raggiunto dagli agenti della questura, ha presentato una controquerela contro il trentacinquenne. Il feritore, infatti, ha raccontato di essere stato aggredito e di essersi solo difeso. A fare chiarezza sull’episodio, a individuare le responsabilità dei due contendenti e a prendere eventuali provvedimento sarà, la prossima settimana, la procura di Bolzano. Ma mentre la vicenda imbocca la via giudiziaria, in città infuria la polemica. C’è sottolinea come, anche questo ultimo fatto di sangue sia avvenuto nelle immediate vicinanze della mensa Caritas, sempre molto frequentata da immigrati ed extracomunitari. Nessuno, ovviamente, punta il dito contro la Caritas e i suoi operatori, i dubbi riguardano piuttosto la collocazione della mensa stessa, in pieno centro. A rispondere è lo stesso Paolo Valente, direttore di Caritas Bolzano, e lo fa dando una lettura opposta di un dato inconfutabile, lo stesso da cui parte chi chiede soluzioni: la mensa è molto frequentata. «Ogni giorno – spiega Valente – serviamo dai 200 ai 300 pasti. Tutto questo per 365 giorni all’anno, festività comprese. Basta fare due conti, per avere un’idea di quante persone frequentano la struttura e la zona di via Perathoner e per capire che, per la legge dei grandi numeri, la percentuale di incidenti è davvero irrisoria». Per Valente, insomma, puntare il dito contro gli stranieri, appare strumentale. All’attacco del sindaco Renzo Caramaschi e dell’amministrazione torna anche la Lega Nord, chiedendo le dimissioni del primo cittadino. Le cannonate arrivano dal consigliere comunale del Carroccio, Carlo Vettori, secondo cui la città è in balìa degli immigrati e il sindaco non fa nulla, dice che ha le mani legate e non porta nemmeno le istanze della cittadinanza ai numerosi tavoli sulla sicurezza a cui ha partecipato insieme al prefetto e ai rappresentanti delle forze dell’ordine. Accuse che il sindaco Caramaschi rimanda al mittente e lo fa, come sempre, senza tanti giri di parole. «La Lega è al governo e leghista è il ministro dell’Interno – sbotta –: cosa aspettano, dunque, a cambiare le leggi? Quando lo avranno fatto, non credo che il questore e le forze dell’ordine avranno difficoltà ad applicare le nuove normative. Per quanto riguarda, la mia presunta immobilità, ricordo ai rappresentanti del Carroccio che Bolzano è più tranquilla e sicura di molte città del Veneto a guida leghista. Anche lì, i sindaci della Lega non possono fare nulla, semplicemente perché hanno le mani legate come me, ma sono certo che nessun consigliere leghista chieda le loro dimissioni».













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