Olimpiadi invernali 2026, Zaia chiama Kompatscher 

Il governatore del Veneto ci crede: «Progetto unico assieme a Trento e Bolzano» Il presidente altoatesino: «Pronti, ma non realizzeremo nuove mega strutture»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Le Olimpiadi innescano un dialogo a distanza Kompatscher-Zaia. Dice quest'ultimo: «Adesso incontro i governatori di Alto Adige e Trentino per lanciare insieme la candidatura delle Dolomiti per i giochi 2026». Risponde Kompatscher: «Bene, grazie dell'invito. Pronti a lavorare insieme ma prima devono cambiare le regole delle Olimpiadi per chi le organizza». Cosa intende Kompatscher? Lo spiega: «Finora i Paesi candidati dovevano impegnarsi a costruire enormi centri stampa, villaggi olimpici e altre opere di notevoli dimensioni. Questa non è la mia intenzione. Se anche Bolzano presenterà la sua candidatura, dovrà essere una proposta costruita sull'esistente. Tuttalpiù con alcune infrastrutture capaci di soddisfare bisogni effettivi della comunità, non assolutamente solo in funzione olimpica...». Ma Luca Zaia vuole tenere anche il Veneto dentro una cornice virtuosa. Infatti risponde: «Quella delle Dolomiti dovrà essere un'olimpiade pulita». E la declina: «Siamo contro la cementificazione per costruire nuove infrastrutture: la candidatura delle regioni alpine tra Belluno, Bolzano e Trento deve essere compatibile con l'ambiente. Questa è la nostra idea e questo potrebbe essere il contenuto della proposta comune dolomitica. Penso che il comitato saprà apprezzare uno scenario leggero e ecologico». Niente giochi -monstre, dunque. E nessun azzardo immobiliare o investimenti fuori portata a forte impatto ambientale.

Sembra trovare un punto d'incontro, in conclusione, lo scenario prospettato dai due governatori. Tanto che lo stesso Zaia ha messo ieri sul piatto eventi e circostanze "esistenti", capaci esse stesse di coagulare consensi dentro la giuria del comitato olimpico che, guarda caso, si riunirà l'anno prossimo proprio in Italia, a Milano. «Possiamo mettere sul tavolo - dice - le prossime esperienze dei mondiali a Cortina, nel 2021, e poi 1300 chilometri di piste e la grande rete logistica e organizzativa del Superski Dolomiti».

L'idea sarebbe quella di valorizzare ciò che già si possiede e la lunga esperienza organizzativa nello sci alpino anche di Gardena e Badia e nello sci da fondo del Trentino.

Ottimizzare, quindi, più che costruire. È su questa base che Zaia conta di trovare un'intesa anche rispetto alle attuali perplessità di Kompatscher il quale, a differenza dei veneti, viene da una tradizione di compatibilità ecologica molto più consolidata e da un "controllo sociale" che impedirebbe al Landeshauptmann corse verso le grandi opere.

E poi c'è l'esperienza del referendum a Innsbruck che ha respinto la candidatura anche condizionato dai timori di ulteriori sprechi ambientali.

Per le Olimpiadi a Bolzano insiste anche il Coni provinciale che vede nei giochi la possibilità di incrementare una presenza degli sport del ghiaccio soprattutto a Bolzano. Si sta discutendo infatti, tra Coni, Provincia e Comune sulla eventualità che il capoluogo sia la sede del torneo olimpico di hockey. Contando sulla lunga tradizione nello specifico, sui tanti scudetti e coppe vinte dal Bolzano e anche sulla possibilità, emersa in queste settimane, di costruire un nuovo Palaghiaccio in un'area parzialmente inutilizzata, in via Galilei, di fronte ai Twenty. Di quest'opera ipotizzata esiste già un progetto di massima presentato alcuni mesi fa al sindaco e al presidente provinciale. Un progetto che potrebbe incrementare l'offerta olimpica ma i cui promotori privati intendono far valere anche "in sè", come risposta alla pressante richiesta di ghiaccio che giunge dalle società bolzanine. In alternativa ai lavori di riqualificazione di cui il Palaonda avrebbe ora bisogno. Oppure in aggiunta ulteriore. Insomma: le Olimpiadi 2026, su vari fronti e su vari tavoli, sono al centro del confronto tra istituzioni del territorio e anche sovraregionali.

Finora l'unico "nemico" per le Dolomiti è Sion, in Svizzera. Quindi le prospettive di vittoria restano intatte. In attesa che si coaguli, un'altra candidatura italiana, quella che arriva da ovest, tra Torino e Milano.













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